L’animale, che ha una vistosa ferita e una lenza al collo, ha eluso i tentativi di cattura da parte della Fondazione Oceanogràfic per poter valutarne lo stato di salute
Straordinario avvistamento nel Mediterraneo di una foca grigia (Halichoerus grypus) del Nord Atlantico che mostra chiari sintomi di denutrizione e una notevole lesione al collo, causata da detriti da pesca. L’animale è entrato nelle acque del porto turistico di Marina Greenwich ad Altea giovedì scorso e le ha lasciate questa mattina, dopo che un dispositivo speciale ha fatto diversi tentativi per catturarla in modo che i veterinari della Fondazione Oceanogràfic potessero valutare la sua salute. I marinai del porto turistico hanno comunicato ieri mattina la presenza del mammifero. Successivamente è stato attivato lo Stranding Network, composto dal Ministero dell’Ambiente, dall’Università di Valencia e dalla Fondazione Oceanogràfic. Due veterinari della Fondazione Oceanografica si sono recati nell’area e hanno potuto verificare che si trattava di un esemplare di foca grigia la cui area di distribuzione è il Nord Atlantico, cosa che rende più straordinaria la sua presenza nelle acque del Mediterraneo. Il collo presentava una vistosa ferita con un residuo di detriti marini che lo stringeva. Il suo comportamento era quello di un animale malato e debole, anche se manteneva perfettamente le sue capacità di nuotare e accettava il cibo che gli veniva offerto. L’operazione è stata dispiegata a Marina Greenwich per cercare di catturare il mammifero per valutarne la salute. Dopo aver valutato la situazione, hanno determinato la sua cattura. Hanno usato metodi diversi, ma senza successo in nessuno dei tentativi. Secondo gli esperti, un pinnipedo in mare è altamente sfuggente e veloce. Questa mattina si è tentato di nuovo di salvare l’animale, ma ha lasciato il porto turistico di Altea ed è entrato in alto mare. Tuttavia, i veterinari della Fondazione Oceanogràfic non escludono che la foca grigia possa avvicinarsi nuovamente alla costa valenciana. Si stima infatti che lo stesso animale sia stato visto cinque settimane fa in un allevamento di tonni a Fuzeta (Algarve) e, successivamente, anche a Gibilterra. A destare scalpore è il fatto che l’animale dal Nord Atlantico si trovi in una spiaggia remota del Mediterraneo. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è l’ulteriore prova che il loro splendido habitat naturale è ridotto a un cumulo di rifiuti. Così la foca grigia atlantica è costretta a vivere in mezzo alle reti da pesca abbandonate e a ciò che noi abbandoniamo e il mare puntualmente restituisce. Le associazioni ambientaliste da tempo mettono in guardia sui pericoli legati ai rifiuti oceanici ma questo video evidenzia ancora una volta l’urgenza di correre ai ripari. Ogni giorno vengono scaricate in mare grandi quantità di rifiuti e la nostra fauna sta pagando il prezzo. I rifiuti come le reti e l’attrezzatura da pesca non vanno semplicemente via e possono rappresentare una minaccia per decenni, intrappolando tutti i tipi di vita oceanica, come si vede qui al link della pagina di youtube: https://youtu.be/xay5mwruEnA. La foca grigia dell’Atlantico (Halichoerus grypus Fabricius), tra l’altro, è un mammifero marino protetto e una delle specie di foca più rare al mondo. Si stima che in tutto il pianeta in tutto vivano 300mila esemplari, di cui la metà vive nelle acque britanniche e irlandesi.
CS Sportello dei Diritti