Stasera con la nuova mostra “Resti” dedicata a Elena Modorati riapre al pubblico il Gaggenau DesignElementi Hub di Milano (inaugurazione alle ore 18:30 con un vernissage digitale in live streaming). La mostra è curata dal direttore artistico di Cramum Sabino Maria Frassà che ha selezionato 15 opere – la metà inedite – per riflettere su cosa rimanga dell’esistenza umana e sul significato del passare del tempo. Sarà possibile visitare “Resti” su appuntamento dall’11 dicembre al 26 febbraio nel rispetto di tutte le misure di sicurezza e in ottemperanza all’ultimo Dpcm.
L’artista introduce così la mostra: “Cosa rimarrà di noi? Forse non ha senso porsi questa domanda. E’ nell’inatteso, in ciò che non si vede, che irrompe il senso. E’ il mistero della realtà a sorprenderci costantemente ed è forse un errore il nostro continuare a volerlo anticipare”. In mostra 15 opere di cera, carta di seta, carta riso, creta e ottone. Come spiega il curatore Sabino Maria Frassà: “Sono tanti gli strati che compongono le opere di Elena Modorati. Se Fontana squarciava la tela alla ricerca dell’infinito, Elena Modorati supera il finito coprendo strato dopo strato ciò che lei stessa ha scritto. I suoi leggii, libri, calendari dell’avvento e maquette fanno riemergere ciò che ci accomuna e ci rende “simili”: la consapevolezza di sé, dei propri limiti, ma anche la grandezza e la dignità del singolo come base fondamentale del Tutto. L’artista diventa così la narratrice o meglio lo “strumento” per narrare l’ambiguità dell’esistenza umana in bilico tra finito e infinito, tra unicità irripetibile e caducità, tra fede e scienza”.
Ancora una volta Gaggenau e Cramum danno
Elena Modorati è nata a Milano, dove vive e lavora, nel 1969. Si è laureata in filosofia all’Università degli Studi di Milano. Collabora con Cramum dal 2014 prendendo parte a due importanti mostre curate da Sabino Maria Frassà: Pulvis Es nel 2014 e Il cielo sopra di me e dentro di me che cosa? nel 2019. Fra le esposizioni più recenti si ricordano: Le supermarché des images, nel 2020, Jeu de Paume, Paris, a cura di Peter Szendy, Emmanuel Alloa e Marta Ponsa; Pan oren, nel 2019, Il Milione, Milano, a cura di Federico Sardella; Paia, nel 2018, Progettoarte Elm, Milano, a cura di Marco Meneguzzo; Anything, sempre nel 2018, Italian Insitute of culture, Mexico City, a cura di Raffaella De Chirico; Kairos, nel 2017, Musée d’art contemporain Arteum, Châteneuf-le-Rouge, Aix-en-Provence, a cura di Christiane Bourbon e Arafat Sadallah; Sotto un altro cielo, nel 2016, galleria San Fedele, Milano, a cura di Andrea Dall’Asta e Matteo Galbiati; BAG Bocconi Art Gallery, nel 2014, università Bocconi, Milano.Nel 2014 immagini di suoi lavori hanno corredato il numero monografico (In)actualités de Derrida della rivista “Rue Descartes” in occasione del decennale della morte del filosofo. Sue opere fanno parte di numerose collezioni pubbliche e private tra cui la collezione di Palazzo Ducale, Gubbio e della Pinacoteca di Monza.
Foto: ©Francesca Piovesan, Courtesy Cramum e Gaggenau