Il leader di Italia Viva al Premier: “Le comunico che se ha bisogno di qualche poltrona ce ne sono tre: due da ministro e una da sottosegretario”
Roma – La mozione di maggioranza sul MES è stata approvata dall’aula del Senato con 156 voti a favore, 129 voti contrari e 4 astenuti. La seduta è stata sospesa subito dopo a causa dell’esposizione di cartelli da parte di alcuni senatori. All’ora di pranzo era stato dato il via libera della Camera alla risoluzione della maggioranza sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte in vista del prossimo Consiglio europeo. Il testo è stato votato per parti separate e ha visto la maggioranza oscillare tra i 314 e i 297 voti – su una maggioranza richiesta di 277- per il voto contrario di 6 deputati M5S che hanno votato contro la risoluzione di maggioranza che dà il via libera alla riforma del MES. I pentastellati dissidenti sono: Pino Cabras, Fabio Berardini, Francesco Forciniti, Andrea Colletti, Alvise Maniero e Maria Lapia.
Renzi: votiamo contro il provvedimento con governance Recovery e Fondazione servizi
“Signor Presidente visto che i suoi collaboratori chiamano le redazioni dei giornali dicendo che noi siamo in cerca di una poltrona, le comunico che se ha bisogno di qualche poltrona le comunico che ce ne sono tre: due da ministro e una da sottosegretario”, dice Matteo Renzi nel suo intervento nell’aula del Senato e aggiunge: “Per giocare pulito e trasparente, noi diciamo: se c’e’ un provvedimento che tiene dentro la governance del Next Generation Eu e la fondazione dei servizi, noi votiamo contro. Lo diciamo con molta lealtà e lo diciamo prima”.
“La riforma del MES è un piccolo passo in avanti nella giusta direzione. Ma non scambieremo il nostro sì per uno strapuntino o per un posto in più a tavola, non stiamo chiedendo che nella cabina di regia ci sia un ministro di un colore vicino al nostro”. Rivolto al presidente del consiglio, il leader di IV Matteo Renzi chiede che sul recovery si apra un confronto in Parlamento. “Siamo pronti a discutere di tutto in un dibattito parlamentare aperto e franco. Non siamo disponibili a utilizzare la legge di bilancio come il veicolo nel quale si introduce quello che abbiamo letto sui giornali”, dice Renzi secondo il quale prevedere “300 consulenti quando si tagliano 300 parlamentari, significa coltivare un’idea di politica che non condivido. Un governo – conclude Renzi- non puo’ essere sostituito da una task force, un parlamento non può essere sostituito da una diretta Facebook. Non è immaginabile che di fronte a 200 miliardi, che vuol dire debito pubblico, noi rinunciamo a essere parlamentari”.
Agenzia DIRE – www.dire.it