Marcianò: “Il nocchiero senza rotta alla resa dei Conti”

In seguito all’approvazione del bilancio di previsione 2020-2022, il Sindaco ha dichiarato “…a partire dalla prossima annualità 2021 saremo finalmente nelle condizioni di chiedere alla Corte dei Conti di uscire da quel piano di riequilibrio, varato in epoca commissariale…” (cfr Corriere della Calabria 21/11/2020). Qualche giorno dopo, l’Assessore Calabrò, nel dare notizia dell’incontro con i vertici del MEF (Ministero Economia e Finanze) e della richiesta avanzata per la costituzione di un tavolo “… per avviare un percorso di affiancamento che possa condurre alla risoluzione definitiva delle problematiche legate alla gestione finanziaria degli Enti in predissesto…” ha evidenziato che “…il primo atto posto all’attenzione del tavolo sarà l’uscita anticipata dal Piano di riequilibrio”.

Certamente le provvidenze economiche e le disposizioni normative  previste dal “Decreto Agosto” hanno consentito alla Maggioranza di approvare il bilancio di previsione, ma questo non presuppone il conseguente risanamento delle finanze comunali e il superamento delle criticità che sono patologiche sia per quanto concerne la politica economia-finanziaria che organizzativa e gestionale di Palazzo San Giorgio. Ciò che emerge con chiarezza dalla lettura del DUP è che le linee programmatiche di mandato e gli indirizzi strategici sono slegati dalla programmazione operativa che costituisce guida e vincolo ai processi di redazione dei documenti contabili di previsione dell’Ente (orizzonte temporale di riferimento pari a quello del bilancio di previsione). Criticità che ha dirette ricadute sul controllo strategico nonché sulla verifica dell’attuazione dei programmi.

La strutturale difficoltà del Comune di Reggio Calabria, considerazione che rinviene leggendo la delibera n.157 della Corte dei Conti del 30/01/2020 la cui efficacia è stata sospesa dal Decreto Agosto fino al giugno 2021, si riverbera soprattutto nella oggettiva difficoltà a garantire i servizi pubblici essenziali ed a svolgere le funzioni fondamentali. Difficoltà che negli ultimi anni sono andate sempre più ad aggravarsi diventando una “normale emergenza”, come se fosse tutto ordinaria amministrazione.

Ma da quale piano di riequilibrio il Sindaco chiederà di uscire posto che la Corte dei Conti non ha ancora omologato quello proposto con la delibera consiliare n.37/2019 dal Comune stesso? Ancora si persiste con l’annuncite acuta che spinge gli amministratori locali a vantare compulsivamente obiettivi ancora da raggiungere e per di più improbabili. Il piano di riequilibrio finanziario pluriennale è un atto amministrativo generale dell’Ente che presuppone lo stato di insolvenza giuridico-finanziaria dell’ente locale. Se lo squilibrio strutturale è tale da non consentire un’efficace erogazione dei servizi o lo svolgimento delle funzioni essenziali, la procedura permane a tutela della continuità dell’Amministrazione.

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