“Mi auguro che il programma per la salute EU4Health, che entrerà in vigore nella Ue dal 2021, con decorso fino al 2027 e un budget di 5,1 miliardi di euro, rappresenti l’inizio di un nuovo modo di concepire l’emergenza sanitaria, offra il necessario sostegno agli Stati membri per lo sviluppo dei servizi territoriali e contribuisca concretamente alla nascita di una politica sanitaria innovativa, la quale, pur rimanendo di competenza nazionale, deve essere più inclusiva e in grado di affrontare in modo efficace le future minacce”. E’ quanto afferma l’europarlamentare della Lega Luisa Regimenti, che ha preso parte al secondo trilogo di EU4Health, il programma europeo per la salute, in qualità di co-relatrice per il Gruppo Identità e Democrazia, sottolineando che “l’impegno della Lega è finalizzato proprio a ottenere questi risultati, per cambiare un’Europa ancora troppo lontana dai cittadini e dalle loro esigenze”.
“Il testo approvato dal Parlamento è molto ambizioso ed è volto a garantire che i sistemi sanitari europei siano più resilienti” aggiunge Regimenti, evidenziando però anche il fatto che “al tempo stesso questo programma prevede la creazione di nuove autorità e istituzioni in ambito sanitario, che aumenterebbero la frammentazione delle risorse, già dimezzate rispetto alla proposta iniziale della Commissione”.
Secondo l’eurodeputata leghista “rimane chiaro come le lacune e l’impreparazione dell’Unione europea di fronte alla pandemia abbiano sottolineato l’importanza di un sostegno da parte delle istituzioni europee ai settori sanitari dei singoli Paesi, senza interferire però nelle politiche sanitarie nazionali di loro esclusivo appannaggio. Per questo sto lavorando con gli altri co-relatori per facilitare le negoziazioni interistituzionali. L’ultimo trilogo, in agenda il prossimo 14 dicembre, sarà quello decisivo per ottenere un accordo comune sul testo entro la fine di quest’anno e permettere al programma di rimanere coerente con il Quadro Finanziario Pluriennale, su cui ancora però – conclude Regimenti – non si è raggiunto un accordo unanime”.