L’arcivescovo di Reggio-Bova ha presieduto la recita del Santo Rosario voluto dal cappellano del Gom, don Stefano Iacopino
«Dinnanzi alla malattia ci poniamo la domanda del “perché”? Gesù non è un maestro di filosofia, ma di vita. Il Signore condivide il dolore con l’uomo, questa pandemia non è un castigo di Dio», ha detto monsignor Morosini. «Stiamo scoprendo valori che avevamo dimenticato, come la solidarietà – ha concluso il pastore della Chiesa reggina – ma anche il sacrificio e la dedizione che medici e sanitari stanno insegnando a un modo logorato dal mondo in preda al consumismo». Al momento di preghiera ha partecipato anche il direttore amministrativo del Gom, Francesco Araniti che ha portato i suoi saluti alla guida spirituale della diocesi. Non è la prima volta che l’arcivescovo Morosini visita quei luoghi: un altro momento toccante per l’intera comunità diocesana è stato il Venerdì Santo quando la Via Crucis è terminata proprio dentro il reparto di Terapia Intensiva. Attualmente al Gom di Reggio Calabria sono ricoverati 10 pazienti in rianimazione; negli ospedali reggini, ma meno gravi, ci sono 118 pazienti, mentre 18 positivi sono ricoverati presso il Centro Covid di Gioia Tauro.