Sembra lo scenario di un film hollywoodiano: una persona che sta annegando aggrappata per ore alla prua del suo motoscafo rovesciato e che affonda mentre è in alto mare a 140 chilometri dalla costa. Eppure un americano può raccontarlo di nuovo. I dettagli del naufragio e dei quasi 2 giorni trascorsi in acqua in balia delle onde sono stati forniti dalla Guardia Costiera, dopo l’avvistamento e il salvataggio avvenuto ieri, domenica 29 novembre. Stuart Bee, questo il nome del 62enne proprietario del motoscafo “Stingray”, è stato avvistato ieri da un Hercules C-130 della US Coast Guard Southeast statunitense, lanciato per pattugliare il mare aperto e recuperato intorno alle 11:00, da una nave portacontainer lunga 70 metri. L’equipaggio avrebbero avvistato il naufrago a circa 140 miglia al largo della costa della Florida. A causare l’affondamento del motoscafo “Stingray” (“Stingray”) di Bee alcuni danni al motore verificatisi sabato che lo hanno mandato alla deriva. La situazione è peggiorata drasticamente nella notte tra sabato e domenica. L’uomo è stato bruscamente svegliato dal sonno poco dopo la mezzanotte quando la barca ha iniziato a fare acqua. Questa nuova condizione ha ribaltato il motoscafo di dieci metri. Per non morire, Bee si è aggrappato all’arco della prua con tutte le mani, l’unica cosa che aveva ancora fuori dall’acqua. Senza un giubbotto di salvataggio e vestito solo con una maglietta bagnata e jeans, ha sofferto il freddo. Quando è arrivata l’alba, l’uomo ha continuato a pregare per un miracolo. E così è successo. Bee quando ha individuato in lontananza la nave portacontainer non ha esitato, si è tolto la maglietta agitandola con la mano per attirare l’attenzione. Con successo. Lo stupito equipaggio dell’Angeles ha fatto ogni sforzo per salvare Bee. La nave ha cercato di avvicinarsi il più possibile. L’uomo anche se esausto ha avuto la forza per nuotare fino al salvagente espulso. Il naufrago è stato poi caricato a bordo e trasportato a riva, e poi affidato a un’ambulanza e trasportato in ospedale. Al momento sono in corso gli accertamenti del caso ma le condizioni del 62enne sarebbero da considerarsi buone, alla luce anche dell’esperienza vissuta. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, una vicenda con un lieto fine che ha dell’incredibile.
Comunicato Stampa Sportello dei Diritti