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Che nelle immagini fosse stato ripreso un vero e proprio spaccio di droga, trovava riscontro nel momento in cui i militari – appostati a debita distanza – controllavano diversi assuntori poco dopo che avevano acquistato lo stupefacente, di cui venivano trovati in possesso. Nel corso delle indagini sono stati eseguiti dai militari numerosi pedinamenti che hanno consentito di individuare un luogo isolato dove gli indagati nascondevano i proventi dell’attività di spaccio, sequestrando 12.000,00 euro in banconote di vario taglio contenuti in barattoli sepolti nel terreno.
I tre malfattori, tutti conviventi, si dedicavano all’attività di spaccio secondo compiti prestabiliti e ben definiti: una volta acquistato lo stupefacente a Palermo e trasportato fino a Ribera, due di loro, risultati essere fratelli, si occupavano dello spaccio vero e proprio, provvedendo in prima persona a occultare droga e denaro, mentre la donna si occupava prevalentemente della sicurezza, facendo la vedetta all’esterno dell’abitazione al momento che da casa uscivano gli acquirenti. Le ultime fasi dell’indagine sono state particolarmente impegnative, poiché la banda aveva fatto installare un sistema di videoripresa per evitare “brutte sorprese” da parte delle forze dell’Ordine. Sono stati sentiti diversi acquirenti, i quali hanno dichiarato di essere clienti dei tre spacciatori, confermando così definitivamente le ipotesi investigative. E’ stato accertato anche che i tre avevano iniziato a farsi consegnare dagli acquirenti insolventi cellulari o altro materiale quale pegno per l’acquisto dello stupefacente, in attesa del saldo del debito accumulato con la banda.