<<Siamo pronti ad azioni eclatanti, protesteremo in tutte le sedi opportune e se sarà il caso ci faremo sentire anche con presidi permanenti. Decretare la morte della Calabria sulla scorta di numeri molto meno pesanti rispetto ad altre zone del paese, bollandola ‘rossa’, si traduce in una sola parola: sopruso. Il tutto mentre ci si è impegnati, celermente rispetto ad altre prassi burocratiche ed amministrative, a prolungare un commissariamento che non solo spodesta la regione, così come avvenuto nel corso della gestione (fallimentare) di tutta la pandemia, ma continua a mantenere la sanità nelle maglie di un Governo che di fatto, sancendo il lockdown della nostra terra, certifica il suo stesso fallimento.
D’altronde basterebbe ricordare le parole della nostra compianta presidente Santelli per capire chi non ha agito secondo le previsioni di una seconda ondata di Covid19 causando quanto sta accadendo in queste ore e che porterà la Calabria in un baratro economico e sociale di difficile risoluzione. Ci stanno rubando anche la speranza dopo averci strappato un diritto cui nessuno può rinunciare e che la nostra Costituzione (non chi ci governa!) tutela. “La fase Covid – cito Jole Santelli – è stata gestita dalla Regione in assoluta sintonia con il Governo nazionale. Il nuovo piano sull’emergenza, invece, su richiesta dei commissari è stato predisposto dagli stessi senza alcun coinvolgimento della Regione, e varato dal ministero competente. Il nuovo piano ribalta totalmente l’impostazione precedente e per quanto mi riguarda lo trovo di difficile attuazione. Nella riunione con il commissario Arcuri e i ministri Speranza e Boccia, Arcuri ha specificato che nelle Regioni in cui è presente il commissariamento ad acta la Regione non è soggetto attuatore. Non m’interessa essere soggetto attuatore di un piano che non condivido, ma è necessario che i calabresi sappiano che il Governo si sta assumendo tutta le responsabilità della gestione sanitaria del Covid in Calabria e che la Regione è stata totalmente esautorata”.
Ecco in questa missiva, da cui emerge seria preoccupazione, si ritrova tutto ciò che dobbiamo combattere, ed anche ciò che stiamo subendo: nessuno ha svolto il compito per il quale è stato chiamato dagli assetti nazionali affinché operasse meglio in ambito sanitario, e nessuno , quindi, si è impegnato per evitare che si delineasse questa situazione paradossale e drammatica. Non vorremmo che determinate decisioni siano frutto di beceri calcoli elettorali e politici: i calabresi non lo meritano perché non ci troviamo di fronte a provvedimenti blandi o innocui, bensì a direttrici che condizioneranno la vita di due milioni di persone, oggi e per gli anni a venire>>.
Tilde Minasi Consigliere regionale Lega