(DIRE) Roma, 19 Ott. – “I principi elementari della normativa di contabilita’, che possono farsi risalire al regio decreto 2440 del 1923 o, volendo trovare una fonte piu’ recente, alla legge 196 del 2009, impongono che non possa iscriversi in bilancio una partita di spesa se non in forza di una norma vigente, di un contratto stipulato e valido o di una sentenza esecutiva. In particolare, l’articolo 21, comma 2-ter, della legge 196 stabilisce che in bilancio siano indicati l’ammontare delle: “entrate che si prevede di accertare e delle spese che si prevede di impegnare”. È chiaro che non essendoci al momento un titolo giuridico valido per pretendere alcunche’ dal lato delle entrate, ne’ tantomeno degli stanziamenti ed impegni di spesa validi, non si puo’ inscrivere in bilancio nulla a valere delle risorse europee”. Cosi’ Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia, in una nota. “Allo ‘stato dell’arte’ abbiamo, infatti, solo l’esito del Consiglio europeo conclusosi il 21 luglio dove sono state approvate le cifre generali ed i titoli dei programmi RRF e le linee guida approvate giovedi’ dalla Commissione. Manca tutto il resto: piani nazionali, approvazioni europee e quant’altro necessario. In termini pratici ed operativi, praticamente manca quasi tutto. Davvero troppo poco per poter iscrivere in bilancio le risorse europee. A meno che non si voglia perpetrare un ‘falso in bilancio pubblico’”. (Vid/ Dire) 18:11 19-10-20