Polizia di Pordenone arresta 26enne richiedente asilo per droga e detenzione 2000 file pedopornografici

Nell’ambito dei dispositivi di controllo e vigilanza del territorio, nella giornata di sabato 10 Ottobre, una pattuglia dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico – Squadra Volante della Questura di Pordenone,  notava in viale Martelli un giovane che alla vista della polizia,  montava su una  bici allontanandosi precipitosamente. Gli agenti avevano modo di  notare come il giovane nel frattempo si disfacesse di un bilancino digitale di precisione, gettandolo sul marciapiede.  A questo punto i poliziotti lo inseguivano e lo bloccavano poco più avanti, sottoponendolo ad un più accurato controllo che consentiva di rinvenire indosso  al ragazzo 7,5 grammi di hashish destinati allo spaccio e numerose banconote del taglio da euro 5, verosimile  provento della illecita attività.  Accompagnato negli uffici della Questura il giovane veniva identificato per H.A. 26enne cittadino afghano, richiedente asilo domiciliato ed ospitato presso una struttura di accoglienza del capoluogo cittadino, in  attesa di convocazione per l’esame del proprio status. Stante la flagranza del reato di illecita detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio ex art 73 DPR 309/90 T.U. Stupefacenti, si effettuava una perquisizione domiciliare anche presso la sua dimora all’interno della struttura di accoglienza che dava esito positivo, in quanto vi si rinvenivano numerose bustine in cellophane ritagliate ed utilizzate per confezionare dosi di stupefacenti da spacciare. Però  da un approfondimento sullo smartphone del giovane, sottoposto a sequestro, i poliziotti avevano modo di scoprire e  rinvenire oltre 2000 file video a contenuto pedopornografico. Sussistendo quindi  la flagranza dei reati di illecita detenzione di sostanze stupefacenti ex art 73 DPR 309/90 e Detenzione di ingente quantità  di materiale a contenuto pedopornografico realizzato con sfruttamento sessuale di minori ex art. 600 quater comma 2 C.P.  il giovane veniva tratto in arresto ed associato presso la casa circondariale di Udine a disposizione del Pubblico Ministero dr. Marco Faion, titolare del procedimento.

 

fonte  – – https://questure.poliziadistato.it/Pordenone/articolo/8485f8448e54db2f399507171

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