Il Teatro alla Scala a Milano è costretto ad annullare la campagna abbonamenti, per la prima volta dal dopoguerra. Infatti, escludendo pandemie e conflitti mondiali, bisogna risalire al 1920 quando venne istituito l’ente autonomo per la gestione del teatro e i palchettisti, che fino ad allora erano proprietari, passarono le consegne.
Le incertezze sono troppe per fare programmi oltre i tre mesi. Come riporta tgcom24.it, il sovrintendente Dominique Meyer teme che i prossimi provvedimenti del governo, vista la preoccupante risalita dei contagi, possano portare a un’ulteriore stretta. Al momento la capienza è ridotta di un terzo, 700 posti sugli oltre 2mila disponibili. Meno di un mese fa, a margine del concerto di riapertura del teatro, Meyer aveva lanciato l’allarme invocando il sostegno delle istituzioni.
Sempre come riporta tgcom24.it, sembra che per tamponare la situazione i sindacati vorrebbero puntare sulla trasmissione a pagamento degli spettacoli, in diretta streaming.