Incendio a Karachi sarebbe stato appiccato da esponenti partito
(DIRE) Roma, 22 Set. – In Pakistan sono stati condannati a morte per impiccagione due uomini giudicati colpevoli di aver appiccato nel 2012 un incendio a una fabbrica tessile della citta’ di Karachi, la piu’ popolosa del Paese. Tra le fiamme persero la vita almeno 264 lavoratori. Secondo i giudici, Rehman Bhola e Zubair Charia, questi i nomi dei responsabili, diedero fuoco allo stabilimento perche’ i proprietari dell’azienda si erano rifiutati di pagare per ottenere protezione. Entrambi i colpevoli erano esponenti del Muttahida Qaumi Movement (Mqm), all’epoca dei fatti il partito che amministrava la citta’. La corte di Karachi, che ha basato il suo verdetto su oltre 400 testimonianze, ha definito l’incendio “un atto di terrorismo”. Secondo l’emittente televisiva Dunya News, dirigenti del partito sono stati assolti per assenza di prove, mentre altre quattro persone sono state condannate all’ergastolo. L’Mqm, che ha negato ogni coinvolgimento, e’ oggi, dopo una serie di scissioni interne, parte della coalizione del governo del primo ministro Imran Khan. Parenti delle vittime hanno sostenuto che anche i proprietari della fabbrica dovevano essere incriminati. “Perche’ non hanno chiuso la struttura – si e’ chiesto uno dei parenti – se sapevano che gli estorsori del Mqm potevano fare una cosa del genere?”. In molti hanno inoltre lamentato di non aver ancora ricevuto i 90 milioni di rupie, circa 450.000 euro, promessi a titolo di risarcimento. (Est/ Dire) 18:18 22-09-20