Leone: “Maggiore professionalità a fronte delle attuali criticità della scuola reggina e calabrese”

A fronte delle antiche e attuali criticità della scuola reggina e calabrese il nuovo anno richiede a tutti maggiori sacrifici e rinnovata professionalità

Pur nell’estrema varietà delle situazioni la scuola calabrese , con le sue 14.788 classi dove insistono 268.101 alunni di ogni ordine e grado ,riparte da giovedì 24 settembre,ma non in tutto il territorio regionale. Infatti, in alcuni comuni, come Reggio Calabria, il sindaco ha disposto la ripartenza per lunedì 28. Tra le istituzioni scolastiche c’é chi vi arriva in affanno (in tante) e chi vi giunge pronta (in poche), chi attende ancora i banchi monoposto e le mascherine, l’integrazione del personale docente, amministrativo e ausiliario e gli spazi extra per allocare le classi opportunamente ridotte in virtù del distanziamento sociale e chi ha dovuto spremere le meningi per riorganizzare gli accessi e le uscite, le turnazioni con giornate di didattica a distanza nelle scuole superiori, ma ogni scuola ha scommesso sulla ripartenza. Perché, se é pur vero che la situazione anche nel nostro territorio resta critica, tutto quanto finora è avvenuto dal lockdown ad oggi ci racconta del grande senso di responsabilità e dell’impegno straordinario dei dirigenti scolastici, degli insegnanti, dei collaboratori scolastici, delle famiglie e naturalmente degli studenti, che hanno fatto davvero ogni sforzo per riuscire a riaprire in presenza.

I numeri della scuola reggina e calabrese

Lo scenario scolastico 2020- 2021, che si è aperto dall’1 settembre, è iniziato per dirigenti, docenti e personale amministrativo, come al solito, con tutta una serie di operazioni di natura collegiale,relativamente a decisioni per la organizzazione delle condizioni di sicurezza negli istituti , anche per la rivisitazione del piano dell’offerta formativa e la preparazione delle attività di accoglienza per le matricole reggine dei vari ordini di scuola, così distribuiti: 3.837 per l’infanzia ,4.530 per la primaria, 5115 per la media e 6.525 per le superiori.

Ciò che andrebbe evitata è la fretta di sedersi alla cattedra e al banco, di riprendere a insegnare per recuperare il tempo perduto, lasciando le vite di prima, le vite del vuoto scolastico, fuori dalle aule.

Il progetto educativo della ripresa avrebbe bisogno di tre passaggi: accoglienza, narrazione, rimodulazione.

In tutto gli studenti della nostra provincia nell’anno scolastico 2020-2021 saranno 77.063, così distribuiti fra i vari ordini di scuola: 9.507 infanzia, 23.276 primaria,15.585 media, 28.695 superiore.

La Calabria è decima nella classifica delle regioni con il maggior numero di studenti :268.101, distribuiti in 14.788 classi.

Nelle scuole dell’infanzia statali sono iscritti 37.976 bambini in 1.956 sezioni. Nella scuola primaria gli allievi sono 80.160 in 4.913 classi; nella media di primo grado sono presenti 52.872 studenti in 2.895 classi e nelle secondaria di II grado sono iscritti in 97.093 spalmati su 5.024 classi.

Per le scuole superiori la preferenza degli studenti calabresi va ai licei con 47.863 presenze; a seguire le scuole tecniche con 31.116 e i professionali con 18.114 iscritti.

Cosa prevede il nuovo calendario scolastico:una lunga maratona di 202 giorni

Questo è il diciannovesimo anno della devolution nel quale le Regioni autonomamente fissano la data d’ inizio e il termine delle lezioni.

In Calabria il termine è stato decretato per sabato 12 giugno 2021.

Le attività educative nella scuola dell’infanzia, invece, termineranno in quasi tutte le regioni martedì 30 giugno 2021.

Per tutti, giorno più giorno meno, una lunga maratona di nove mesi di lezione, 202 giorni per la Calabria, fatto salvo il minimo dei 200 giorni di lezione.

Nel Reggino ad affrontare i prossimi esami di maturità, che avranno inizio mercoledì 16 giugno 2021, nelle scuole superiori statali saranno 5.268 allievi, mentre nella scuola media inferiore saranno 4.253.

L’esordio di nuovi dirigenti scolastici nella città di Reggio Calabria

Novità, poi come capita ogni anno, per le dirigenze scolastiche. A Reggio, in particolare, lasciano per raggiunti limiti di età le presidi Mariella Palazzolo, Lilli Manganaro e Emilia Occhiuto alle quali va ,insieme agli altri dirigenti della nostra provincia, un doveroso ringraziamento per l’impegno profuso in tanti anni al servizio della scuola .Hanno svolto con grande professionalità il loro lavoro contribuendo alla crescita qualitativa di tante generazioni. Le new entries riguardano i dirigenti Carlo Milidona (IC Galluppi- Collodi), Marco Geria (IC CatanosoDe Gasperi), Lucia Zavettieri (IC Moscato), Gaetano Marciano (CPIA Stretto), Maria Rosa Monterosso (I.S. Volta), Sonia Barbieri I.C. Carducci), Adriana Labate (IC Alvaro Gebbione), Anna Teresa Currò (IC San Sperato Cardeto).

Continua a permanere la tendenza al colore rosa nei numeri della dirigenza scolastica calabrese e reggina in particolare e l’abbassamento dell’età media dei responsabili degli istituti.

Le criticità

Il Covid -19 ha accentuato e messo a nudo i problemi che la scuola italiana manifestava da tempo. Non è un caso che la scuola italiana si presenti così male davanti ad una crisi pandemica senza precedenti, ma anche davanti ad un periodo di profondo cambiamento tecnologico.

Serve, già oggi, rimettere al centro dell’agenda la riforma dell’intero sistema educativo affinché diventi primo motore di sviluppo della nostra società. La principale criticità della scuola in Italia riguarda ovviamente la qualità degli apprendimenti degli studenti, inferiore a quella degli altri paesi avanzati, così come sono inferiori quelli degli allievi calabresi in confronto ai colleghi del centro-nord Italia. La dispersione scolastica è solo la punta dell’iceberg: oltre alla scomparsa di troppi ragazzi dai radar della scuola e della formazione professionale, ne abbiamo infatti un terzo che, pur conseguendo il diploma, non sa abbastanza per un lavoro e una vita sociale soddisfacenti. La grave perdita di apprendimenti generata dal lockdown ,per cui passerà qualche anno per un reale recupero, è la goccia che ha fatto traboccare un vaso, già colmo ben prima.

E ben prima del Covid erano chiari anche i tre ingredienti principali – non gli unici – di una possibile ricetta per migliorare gli apprendimenti nel nostro Paese: un nuovo modello di reclutamento e di carriera degli insegnanti, una didattica rinnovata nel contesto di una scuola estesa al pomeriggio, interventi sostanziali sull’edilizia scolastica che in Calabria e nella provincia reggina lascia a desiderare. Cito solo un caso per tutti, rispetto all’inefficienza delle amministrazioni: la mancata consegna ad oggi del nuovo edificio scolastico, sito nel comune di Locri, espressamente costruito per le necessità dell’I.P.S.I.A. di Siderno.Tutto ciò nonostante i solleciti e le richieste inoltrate alle autorità competenti anche in tempi antecedenti al Covid.

Una scuola che riparte, dunque, azzoppata e con ancora troppi nodi da sciogliere:dagli insufficienti locali scolastici, agli organici insufficienti, alla gestione della condizione di fragilità del personale docente dovuta all’età e a particolari patologie, ai trasporti inadeguati, al tema delle responsabilità improprie che gravano sui dirigenti scolastici, alla scarsa concertazione con le organizzazioni sindacali. Proprio per tutto ciò un primo stop alle lezioni avverrà per lo sciopero di tutto il comparto scuola promosso nei giorni 24 e 25 dai sindacati di base e a seguire il 26 con i confederali e gli autonomi a rivendicare la centralità della scuola e il suo ruolo per la crescita del paese.

Settembre 2020 prof. Guido Leone

già dirigente tecnico USR Calabria

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