DIRE) Roma, 17 Set. – Una quantita’ di esplosivo “sufficiente a far esplodere l’intera capitale Khartoum” sarebbe stata confiscata dalle autorita’ sudanesi nell’ambito di un’operazione anti-terrorismo che ha portato anche all’arresto di 41 persone. Tra i materiali rinvenuti ci sono anche quattro sacchi contenenti nitrato d’ammonio, dal peso non specificato. Si tratta della sostanza la cui esplosione nel porto di Beirut ad agosto ha provocato quasi 200 morti e piu’ di 5.000 feriti. Tra l’espolosivo confiscato anche un materiale simile a quello impiegato in un attentato non riuscito al corteo di auto del primo ministro Abdalla Hamdok, a marzo. Il procuratore generale Tajelsir El Hibir, si legge sul sito dell’emittente Radio Dabanga, sarebbe appartenuto a “cellule terroristiche” e rappresenta “un allarme per la sicurezza del Sudan e dei Paesi vicini”. Timore condiviso anche da Jamal Jumaa Adam, portavoce ufficiale delle Forze di supporto rapido (Rsf), le unita’ che hanno condotto le operazioni. Adam ha avvertito sul rischio legato al trasferimento di esplosivo dal Sudan all’estero. Secondo il portavoce, infatti, capsule detonanti rinvenute nella confisca sarebbero vendute anche fuori dal Sudan, a un prezzo di circa 15.000 sterline sudanesi la capsula, poco meno di 230 euro. “Temiamo di essere ancora classificati come Paese sponsor del terrorismo” ha detto il dirigente. Un riferimento, questo, alla lista nera stilata dal dipartimento di Stato americano di cui il Sudan fa parte dal 1993. La rimozione dalla lista e’ oggetto da anni di un negoziato con Washington. (Est/ Dire) 17:25 17-09-20