Minasi: “Cotticelli revochi il Dca: con il cancro alla mammella non si può giocare…”

«Per correggere un iter irrazionale ed irresponsabile al commissario Cotticelli non resta che un’unica strada: quella  della revoca  del  Dca 100.  Un decreto su cui ha apposto la sua firma e che siamo certi gli sia sfuggito di mano, magari sottovalutandone la portata. Però, è certo che impedire ai privati convenzionati che lo sanno fare, e lo fanno da tempo, di operare donne malate di cancro alla mammella avrà delle conseguenze drammatiche. Si metta una mano sulla coscienza, il generale, e torni sui suoi passi». Così, in una nota, il consigliere regionale della Lega Tilde Minasi a proposito del Dca 100, a firma della struttura commissariale, che consente solo a quattro ospedali (Annunziata di Cosenza, Pugliese Ciaccio e Mater Domini di Catanzaro e Melacrino di Reggio) di intervenire chirurgicamente in materia di cancro alla mammella rientrando nella cosiddetta rete oncologica, quella convenzionata appunto con la Regione. «È inconcepibile – continua Minasi – quanto stabilito dalla struttura commissariale e non a caso solo da loro, nel senso che né il dg Bevere ha firmato il Dca né, d’altro canto, abbiamo sentito approvazioni da parte della governatrice Santelli, al contrario molto risentita in negativo a proposito di questo provvedimento. Impedire alle strutture private convenzionate con il servizio pubblico e ad altri presìdi esperti in materia di rientrare nella rete oncologica regionale convenzionata significa solo e soltanto una cosa, che i malati in attesa di intervento pagheranno il prezzo più alto. Il perché – continua ancora Minasi – è presto detto. L’utenza è purtroppo vasta, drammaticamente in crescita. Le liste d’attesa dei presìdi indicati nella  rete oncologica solo lunghe e spesso e volentieri chi deve farsi operare non ha molto tempo, poiché, come è noto, il cancro (e quello alla mammella in particolare) gioca sui giorni per uccidere. In alcuni casi poi l’attesa non può andare oltre il mese, il riferimento è a chi sospende la chemioterapia proprio per l’intervento chirurgico salvo poi ritrovarsi in lista con prenotazione molto più in là nel tempo. Non resta allora altro a chi spera nell’intervento, rivolgersi fuori regione con tutto quello che significa in termini di sacrifici umani, psicologici e ovviamente, anche economici. Perché – si chiede Tilde Minasi – tutto questo? Cosa ha ispirato Cotticelli e Crocco nel prendere una decisione così assurda e così contro le donne? Perché impedire ai privati convenzionati di qualità e di esperienza di poter svolgere regolarmente la loro missione, contribuendo a dare una speranza concreta a chi già vive costantemente, purtroppo, con il pensiero della morte? Siamo certi che lo stesso Cotticelli non abbia ben riflettuto sul disastro provocato da questo Dca 100 ed è per questo – conclude il consigliere regionale della Lega – che ci appelliamo al suo buon senso. Faccia retromarcia e, se dovesse servire l’unità del’intera classe dirigente politica per convincerlo, rivolgo a tutti i consiglieri regionali un appello: chiediamo insieme ed indistintamente l’annullamento di questo provvedimento perché la lotta al cancro non ha colore. Non può averne. Lottiamo tutti uniti senza  interessi di parte per cancellare questo Dca mostruoso».

banner

Recommended For You

About the Author: PrM 1