MO. Israele e il Golfo più vicini, Hamas e Fatah si alleano

Leadership unificata dopo tradimento di Emirati e Bahrein

(DIRE) Roma, 15 Set. – Nei Territori palestinesi Fatah e Hamas, i principali partiti che amministrano rispettivamente la Cisgiordania e la Striscia di Gaza, hanno deciso di riprendere il dialogo dopo anni di contrasti e gelo per arrivare a una rinnovata alleanza politica.
La decisione segue di qualche giorno l’avvio di un processo di “normalizzazione” dei rapporti tra alcune monarchie del Golfo Persico e Israele, storicamente “inesistenti” dal momento che quei Paesi arabi hanno sempre denunciato un’occupazione di territori ritenuti palestinesi da parte delle forze israeliane.
Gl incontri tra i leader di Fatah e Hamas hanno riunito anche altri movimenti palestinesi nonche’ il gruppo del Jihad islamico palestinese (Palestinian islamic jihad, Pij), e come si evidenzia in una nota, hanno stabilito la creazione di una “leadership unificata” che comprenda tutte le fazioni alla testa di “una resistenza popolare globale” contro l’occupazione israeliana.
Il processo di normalizzazione tra Israele e i Paesi del Golfo e’ iniziato ad agosto, quando gli Emirati Arabi Uniti hanno annunciato l’intenzione di allacciare relazioni diplomatiche con Tel Aviv, subito seguiti dal Bahrein. I ministri degli Esteri di questi tre Paesi firmeranno oggi a Washington il documento che sancisce “il pieno avvio dei rapporti” sotto la supervizione del governo degli Stati Uniti, mediatore dei colloqui.
I dirigenti palestinesi hanno pero’ denunciato gli accordi come “una pugnalata alle spalle” alla lotta per l’autodeterminazione del loro popolo.
In particolare, il documento che sara’ firmato a Washington violerebbe la Arab Peace Initiative, un progetto in dieci punti per porre fine al conflitto arabo-israeliano promosso dall’Arabia Saudita – la monarchia leader del Golfo – e adottato dalla Lega Araba nel 2002. Tra i punti avanzati nella proposta, l’impegno assunto dagli Stati arabi a normalizzare i rapporti con Israele solo dopo che quest’ultimo abbia restituito i territori occupati nella guerra del 1967.
L’amministrazione di Donald Trump si e’ tuttavia rifiutata di riconoscere quel documento, propugnando invece un proprio progetto di stabilizzazione del Medio Oriente che ha tenuto fuori dai negoziati la controparte palestinese.
Il piano di Washington pero’ non ha ricevuto l’appoggio ne’ delle Nazioni Unite ne’ dell’Unione europea, che continuano a sostenere la cosiddetta “soluzione dei due Stati”, che punta alla creazione di uno Stato palestinese accanto a Israele per porre fine alle ostilita’.
(Alf/Dire) 16:19 15-09-20

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