I tecnici dei dipartimenti provinciali Arpacal continuano senza sosta nell’opera di individuazione delle criticità ambientali che possono incidere negativamente sulla qualità delle acque di balneazione. In occasione del controllo suppletivo della balneazione, eseguito l’altro ieri nel punto denominato “Lido Malfarà” in Comune di Pizzo Calabro, i tecnici del servizio tematico acque del Dipartimento di Vibo Valentia dell’Agenzia ambientale hanno proceduto ad un controllo anche del fosso che nelle vicinanze sfocia in mare, individuando serie criticità capaci di compromettere la qualità delle acque di balneazione in quel punto.
Mentre il controllo suppletivo di balneazione ha confermato valori non conformi alla normativa – con Enterococchi pari a 11.000 ed Escherichia coli pari a 12.000 – i tecnici hanno informato il Comune di Pizzo Calabro, la Regione Calabria ed il ministero della Salute, che a seguito di un campionamento delle acque superficiali nel fosso presente nelle vicinanze, i valori riscontrati dopo le analisi sono i seguenti: Enterococchi superiori a 240.000, Escherichia coli superiori a 220.000.
“Le acque del Fosso Malfarà – scrivono i tecnici Arpacal – rappresentano una fonte di pressione per le acque marine adibite alla balneazione. Pertanto, si invitano le SS.VV. in indirizzo, ognuno per quanto di competenza, ad attuare tutte le misure atte all’individuazione ed eliminazione delle fonti di pressione che gravano sulle acque del Fosso e quant’altro previsto dalla normativa vigente per la gestione degli eventi, a tutela della salvaguardia dell’ambiente e della salute dei bagnanti. Si richiama alla gestione delle acque di balneazione ai sensi del Decreto 19 aprile 2018 art. 6 comma 4, alla trasmissione di ogni provvedimento adottato alle parti interessate e, altresì, di ogni informazione utile all’identificazione delle cause che potrebbero aver determinato il superamento dei limiti di norma. E’ necessario anche provvedere alla pulizia dell’aria di foce del fosso, adottando le misure adeguate nel caso di rifiuti con riferimento a quanto previsto dagli artt. 192 e seguenti della parte IV del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., anche a tutela della salute dei bagnanti”.