Comando Provinciale Pisa
Anche i 600 euro del bonus alle imprese, previsti dai recenti provvedimenti normativi per l’emergenza covid-19, utilizzati per il pagamento di una rata degli interessi. L’usuraio percepiva anche il reddito di cittadinanza. Disperazione e stanchezza sono i sentimenti che hanno spinto un imprenditore edile livornese di 45 anni a denunciare alla Guardia di Finanza una situazione che era divenuta insostenibile. Il prestito, contratto nel mese di giugno del 2017, ammontante a 12 mila euro, era servito per pagare fornitori e dipendenti. fino alla operazione di oggi, l’imprenditore aveva restituito 18 mila euro a titolo di soli interessi ed eseguito lavori edili per 5 mila euro senza ottenere alcun pagamento.
Forse le difficoltà economiche aggravatesi con la crisi dovuta alla pandemia, forse i continui appelli delle Autorità in casi come questi a rivolgersi alle Forze di Polizia, forse l’ultima intimazione a fare richiesta del bonus per pagare gli interessi, sono stati i motivi che hanno dato il coraggio alla vittima di presentarsi alla Fiamme Gialle pisane. Dopo la denuncia, presentata nel mese di giugno scorso, sono iniziate le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Pisa, nel corso delle quali sono stati acquisiti numerosi riscontri alle dichiarazioni della vittima del reato.
All’ennesima consegna di denaro, presso l’abitazione dell’usuraio, questa volta c’erano anche i finanzieri che, dopo aver aspettato la consegna del contante, hanno fatto irruzione, procedendo all’arresto in flagranza di reato di c.v. (60 anni), pregiudicato, di origine campane, residente in provincia di Pisa, apparentemente senza alcuna occupazione ufficiale, titolare di reddito di cittadinanza, ma con evidenti disponibilità di liquidità. Sono state contestualmente eseguite perquisizioni locali nelle province di Pisa e Livorno alla ricerca di ulteriori fonti di prova e per l’ identificazione di eventuali altre vittime. l’operazione odierna si inserisce in una serie di iniziative di carattere operativo messe in campo dalla guardia di finanza finalizzate ad impedire che capitali di origine illecita siano immessi nei circuiti dell’economia legale, attraverso l’elargizione di prestiti usurari o la rilevazione di imprese in condizione di difficoltà e vulnerabilità.