(DIRE) Roma, 21 Giu. – Una partita in due mosse, improntata sulla sostenibilità ambientale e l’innovazione per costruire un futuro green dell’Italia, quella proposta dalla presidente del WWF Donatella Bianchi in occasione dell’incontro avuto ieri sera, sabato 20 Giugno, a Villa Pamphili con il premier Giuseppe Conte, nell’ambito del ciclo di confronti degli Stati Generali dell’Economia. Una sul piano interno con una serie di proposte per la Transizione Ecologica del Paese, una che guarda all’Europa, con la richiesta di scelte coerenti e coraggiose anche nel nostro Paese, che facciano riferimento ai 4 strumenti già messi in campo da dicembre dalla Commissione Europea con le proposte di Climate Law, Strategia industriale e Filiera Agroalimentare (“Farm to Fork”) sostenibili e Strategia nazionale sulla Biodiversita’. Nel corso dell’incontro il WWF, richiamando la bellezza citata dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel suo discorso di apertura degli Stati Generali del 13 Giugno, ha dichiarato che nel Piano di rilancio dell’Italia, che sara’ presentato a settembre, “dobbiamo far in modo che il mondo intero possa avere concentrata la sua attenzione sulla bellezza del nostro patrimonio naturale oltre che culturale Paese “. “Abbiamo apprezzato l’iniziativa del Presidente Conte, che ha voluto riservare un momento di confronto sulla transizione green con la rappresentanza delle associazioni ambientaliste. Nei prossimi giorni invieremo le nostre osservazioni alla bozza di piano per il rilancio che ci e’ stata consegnata richiamando le proposte già avanzate nelle scorse settimane”. “Rilanciare la nostra economia nel segno della sostenibilità e dell’Europa e’ una sfida che riguarda tutti, per questo il WWF chiede che siano individuati obiettivi strategici precisi in grado di conciliare sia l’occupazione che il benessere dei cittadini, e che gli elementi di sostenibilità e di miglioramento della qualità ambientale siano trattati in un piano che superi le logiche degli interessi settoriali ma sappiano guardare all’Italia nel suo insieme, nel breve e in prospettiva con un orizzonte più ambizioso, dei prossimi dieci, venti anni”. “Investire su un nuovo sistema economico e produttivo significa per l’Italia avere maggiore accesso alle ingenti risorse messe a disposizione dall’Europa non solo con gli strumenti di finanziamento straordinari come il Recovery Fund ma anche attraverso l’enorme quantita’ di fondi previsti in strumenti finanziari come quelli del Green Deal”. La consultazione “Il mondo che verrà” lanciata da qualche settimana dal WWF Italia ha restituito la chiara consapevolezza della collettività sull’urgenza di definire strategie ambiziose su lotta ai cambiamenti climatici, transizione energetica, mobilita’ sostenibile, produzioni alimentari sostenibili ma in particolare su educazione ambientale nelle scuole e sensibilizzazione sui temi della sostenibilità degli adulti. Nei suoi documenti per il rilancio sostenibile (le 50 proposte del 3 giugno, il decalogo del per l’Italia della Sostenibilità e dell’innovazione del 12 giugno e l’E-book con i suggerimenti di 13 menti creative del 18 giugno) e nel corso dell’incontro di ieri sera il WWF ha sempre ribadito che gli interventi per migliorare l’innovazione, l’efficienza e l’efficacia del nostro sistema economico e produttivo per il rilancio del Paese non possono che essere coerenti e conseguenti con le scelte del Green Deal europeo e italiano. Scelte che qualificano e devono costituire, a nostro parere, la sfida competitiva dell’Italia per garantire un futuro anche su scala globale in tutti i settori di intervento. Progetti pilota per la costituzione di una Rete Ecologica nazionale, che vada oltre la stessa rete di aree protette, individuando macro aree di pregio naturalistico, nevralgiche per la tutela della biodiversità, senza aumentare i vincoli ma promuovendo una tutela attiva e una valorizzazione sostenibile delle aree naturalistiche e paesaggistiche di pregio ancora esistenti, in particolare nelle aree interne, nella rete dispersa dei piccoli Comuni. La messa in sicurezza del nostro territorio e del mare , avviando subito almeno 100 progetti di rinaturazione lungo i nostri fiumi a partire da quelli piu’ importanti (Po, Adige, Piave, Tevere, Arno, ecc.) impiegando al meglio, finalmente, il 20% dei fondi assegnati alle Regioni per il dissesto idrogeologico destinati a “interventi integrati per ridurre il rischio idrogeologico e per il miglioramento dello stato ecologico dei corsi d’acqua e la tutela degli ecosistemi e della biodiversità” come è stato stabilito nel 2014 del cosiddetto decreto legge Sbocca Italia. Una rivoluzione copernicana nella pianificazione urbana che metta al centro gli spazi liberi e verdi per avere aree metropolitane più salubri, sicure e resilienti, dedicando particolare attenzione alle periferie. Bisogna dare vita nel nostro BelPaese ad una nuova generazione di piani urbanistico-ambientali improntati sul meccanismo del “bilancio zero” di consumo di suolo. Un piano straordinario per la mobilita’ urbana ed extraurbana. La seconda mossa riguarda la trasposizione in Italia di quegli strumenti predisposti dalla Commissione Europea. Il WWF nel corso dell’incontro di ieri sera ha chiesto che l’Italia risponda all’Europa con: una Legge sul Clima che, prima di tutto: a) fissi l’obiettivo di neutralità climatica (carbonio zero) e il limite massimo per raggiungerlo (2050 target UE, 2040 richiesta WWF); b) tracci il percorso per arrivarci, con tappe e obiettivi di breve e medio termine – a cominciare dalla conferma, già stabilita, della chiusura delle centrali a carbone al 2025 – , nonche’ le modalità per aggiornare gli obiettivi all’ambizione richiesta dall’Accordo di Parigi. Una Strategia industriale che, finalmente, dopo decenni, chiarisca il ruolo dello Stato nell’indirizzare, accompagnare e facilitare le strategie produttive del nostro Paese secondo delle linee di intervento prioritarie che: a) intervengano selettivamente per favorire la decarbonizzazione e la modernizzazione dei settori produttivi energivori e ad elevatissime emissioni (dell’acciaio, della chimica e del cemento) e portino alla definizione di linee di intervento verso la radicale reimpostazione dei cicli produttivi dei settori resource intensive (tessile, costruzioni, elettronica e plastica). Una Strategia per la filiera agroalimentare (“Farm to Fork”) che deve, innanzitutto, dialogare ed essere integrata con la Strategia UE 2030 per la Biodiversità, condividendo i piu’ importanti obiettivi ambientali come la riduzione del 50% dell’uso dei pesticidi e del 20% dei fertilizzanti di sintesi entro il 2030 e che porti all’approvazione di nuovi strumenti qualificanti attesi quali la nuova Legge nazionale sull’agricoltura biologica e l’adozione del nuovo Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, per una politica agricola nazionale coerente con il green deal europeo. Una Strategia Nazionale per la Biodiversità al 2030 che: a) sia anticipata da un documento sulla Vision dell’Italia al 2030 sulla Biodiversità da definire entro il 2020 in preparazione della COP 15 sulla Diversità Biologica agli inizi del 2021 e sia definita in occasione della II Conferenza Nazionale sulla Biodiversità e le Aree Protette da convocare nel primo trimestre 2021; b) confermi anche su scala nazionale gli impegni dichiarati nella Strategia europea per proteggere almeno il 30% delle aree terrestri e il 30% delle aree marine dell’UE, e a integrare i corridoi ecologici in una vera rete naturale trans-europea. (Vid/ Dire) 15:36 21-06-20