Comando Provinciale Palermo
- Su delega della Procura della Repubblica di Palermo, i finanzieri del locale Comando Provinciale hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale del capoluogo nei confronti di 12 soggetti, a vario titolo indagati per corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, istigazione alla corruzione, rivelazione di segreto di ufficio e turbata libertà degli incanti, di cui:
- 2 destinatari di custodia cautelare in carcere: F. D. (cl. 65 di Palermo ) e S. M. (cl. 76 originario di Agrigento – faccendiere di riferimento per il D.);
- 8 sottoposti agli arresti domiciliari: A. C. (cl. 65 di Palermo – Coordinatore della struttura regionale per l’emergenza Covid-19, già Commissario Straordinario e Direttore generale dell’APS 6 di Palermo), G. T. (cl. 73 di Palermo – faccendiere di riferimento per il .), Fra. Z. (cl. 64 di Roma ), R. S. (cl. 70 di Cagliari), A. M. (cl. 69 di Palermo), C. D. S. (cl. 71 di Napoli), I. T. (cl. 80 di Milano), S. N. (cl. 73 di Caltanissetta).
Nei confronti di G. T. (cl. 59 di Catania) e di G. D. M. (cl. 57, originario di Polizzi Generosa (Pa) – ingegnere e membro di commissione di gara) è stata invece applicata la misura del divieto temporaneo di esercitare attività professionali, imprenditoriale e pubblici uffici. Con il medesimo provvedimento il G.I.P. ha disposto il sequestro preventivo di 7 società, con sede in Sicilia e Lombardia, nonché di disponibilità finanziarie per 160.000 euro, quale ammontare allo stato accertato delle tangenti già versate: le tangenti promesse ai pubblici ufficiali raggiungono, però, una cifra pari ad almeno Euro 1.800.000. Le complesse indagini eseguite dal Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria delle fiamme gialle palermitane – svolte con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali, appostamenti, pedinamenti, videoriprese, esami documentali e dei flussi finanziari – hanno consentito di ipotizzare l’esistenza di un centro di potere composto da faccendieri, imprenditori e pubblici ufficiali infedeli che avrebbero asservito la funzione pubblica agli interessi privati, in modo da consentire di lucrare indebiti e cospicui vantaggi economici nel settore della sanità pubblica. Le articolate fasi del sistema corruttivo ruotavano intorno alle gare indette dalla Centrale Unica di Committenza della Regione Siciliana e dall’ASP 6 di Palermo, disvelando le trame sottese all’accaparramento di appalti milionari del settore sanitario siciliano. Nello specifico sono state analizzate 4 procedure ad evidenza pubblica interessate da condotte di turbativa, aggiudicate a partire dal 2016, il cui valore complessivo sfiora i 600 milioni di euro, aventi ad oggetto:
- gestione e manutenzione apparecchiature elettromedicali – bandita dall’ ASP 6 del valore di 17.635.000 euro;
- servizi integrati manutenzione apparecchiature elettromedicali – bandita dalla CUC del valore di 202.400.000 euro;
- fornitura vettori energetici, conduzione e manutenzione impianti tecnologici – bandita dal ASP 6 del valore di 126.490.000 euro;
- servizi di pulizia per gli enti del servizio sanitario regionale – bandita dalla CUC del valore di 227.686.423 euro.
- l’imprenditore interessato all’appalto avvicina il faccendiere, noto interfaccia del pubblico ufficiale corrotto;
- il faccendiere, d’intesa con il pubblico ufficiale, concorda con l’impresa corruttrice le strategie criminali per favorire l’aggiudicazione della gara;
- la società, ricevute notizie dettagliate e riservate, presenta la propria “offerta guidata”, che sarà poi adeguatamente seguita fino all’ottenimento del risultato illecito ricercato.
- l’attribuzione di punteggi discrezionali, non riflettenti il merito del progetto presentato;
- la sostituzione delle buste contenenti le offerte economiche;
- il pagamento di stati avanzamenti lavoro anche in mancanza della documentazione giustificativa necessaria;
- la diffusione di informazioni riservate, coperte da segreto di ufficio.