Riceviamo e pubblichiamo
Leggo con enorme piacere e soddisfazione della costante diminuzione della curva epidemiologica in Calabria e nel resto d’Italia. Giorno dopo giorno monitoro le condizioni di salute degli amici che ho avuto modo di conoscere durante quei lunghi 41 giorni di degenza nel reparto di Malattie infettive del GOM di Reggio Calabria, sempre con l’auspicio che anche loro possano uscire prestissimo da un incubo comprensibile fino in fondo solo da chi l’ha vissuto o lo sta vivendo in prima persona. Anch’io, infatti, ho dovuto combattere e, per fortuna, vincere il COVID 19, insidioso e imprevedibile nemico che da solo è riuscito a stravolgere la vita dell’intero pianeta.
Desidero, pertanto, offrire la mia testimonianza con la convinzione assoluta che nessuno può farcela da solo quando si tratta di affrontare qualcosa di sconosciuto e tanto più grande di noi. Voglio perciò manifestare pubblicamente la mia commossa riconoscenza a tutte quelle persone che mi hanno “preso per mano” e mi hanno tirato fuori anche faticosamente da questo spaventoso tunnel in cui, mio malgrado e inconsapevolmente, ero finito.
Prioritariamente ringrazio la dott.ssa Carpentieri – il cui nome conosco solo perché scritto sulla sua visiera protettiva – che per prima ho incontrato durante l’angosciosa serata del 17 marzo scorso, giorno in cui io e la mia anziana mamma scoprivamo di essere positivi al Coronavirus, dopo esserci sottoposti al tampone presso il Triage Covid del Pronto Soccorso. Le sue parole di questo che, con sicurezza e competenza, mi incitavano a non rifiutare il ricovero, mi tornarono in mente il giorno dopo, guidando la mia scelta consapevole di tornare in ospedale per le cure opportune. Di lei riconosco anche le notevoli doti umane ed empatiche dimostrate nei confronti di mia madre costretta a sopportare estenuanti ore di attesa.
In certe situazioni che sanno di irrealtà ogni piccolo dolce gesto a noi rivolto assume una valenza esponenziale, e proprio con questo pensiero voglio ricordare e ancora ringraziare una giovane donna della struttura sanitaria, di cui non conosco l’identità, ma che mi sembrò un angelo quando, accortasi di quanto fossimo stremati la mia mamma e io per la lunga necessaria attesa, si premurò, con tenera considerazione, di portarci due bottigliette d’acqua. Adesso, dopo il mio lungo ricovero, dopo giorni di reale pericolo durante i quali avvertivo preoccupazione in chi curava la mia malattia,
sono tornato a casa guarito.
Non voglio, dunque, dimenticare nessuno di coloro che mi hanno aiutato e hanno contribuito a questa mia guarigione e colgo così l’occasione per esprimere i sensi della mia profonda stima e gratitudine al Direttore dell’Unità di Malattie Infettive, il dott. Carmelo Mangano e a tutti i medici, gli infermieri e gli OSS, che si sono presi cura di me con professionalità, dedizione, affetto, umanità. Questo che stiamo vivendo è un momento storico unico soprattutto per gli Ospedali: qui medici, personale sanitario a vario titolo, addetti alla pulizia dei reparti, insomma tutti, uomini e donne combattono insieme per la Vita, mettendo a repentaglio anche la loro, senza curarsi delle difficoltà personali (sappiamo bene che la maggior parte di questi lavoratori-eroi non vede la famiglia da mesi).
Agli operatori di Reggio Calabria, nel mio caso, dico GRAZIE anche per quelle pacche amorevoli e quegli sguardi incoraggianti che oggi mi permettono di immaginare anche i loro sorrisi.
Quasi scontato è il ringraziamento che rivolgo ai miei affetti più cari e agli amici che mi hanno scaldato il cuore con l’incomparabile e continuo incoraggiamento, fonte di forza e di speranza, assieme alla abituale fervente preghiera, soprattutto nei momenti più bui. Ringrazio Nino, il mio primo compagno di stanza, del quale mi rimarrà sempre impresso lo sguardo vigile che gli permetteva di suonare per tempo il campanello d’allarme, quando io non ne avevo, purtroppo, la forza.
Rinnovo anche qui il mio ringraziamento al Maresciallo della Stazione dei Carabinieri di Catona e a tutti gli altri suoi componenti che hanno subito manifestato piena disponibilità ad elargire il proprio aiuto anche ai miei familiari, malati e costretti alla quarantena domiciliare.
Grazie, infine, ai nostri vicini di casa per la solidarietà e l’estrema generosità di sempre, che ancor di più si palesa nel momento del bisogno!
Grazie! Grazie di cuore a tutti.
F. C.