Sta suscitando un acceso dibattito la recente ordinanza della governatrice Santelli in cui si sancisce l’apertura NON di tutte le attività economiche ma solo di una piccola parte ed anche a condizioni molto scrupolose per la sicurezza sanitaria dei cittadini. La nostra Regione – un po’ per la disciplina dimostrata dai calabresi, un po’ per la prontezza delle misure messe in campo dalla stessa Santelli per limitare la diffusione del virus, un po’ per la specificità del nostro territorio – è stata solo sfiorata dall’epidemia, ed i numeri delle ultime settimane confermano una tendenza positiva che, se da un lato non deve fare abbassare la guardia, dall’altro lato non giustifica il perdurare di misure restrittive straordinarie. È su questa base che accogliamo con favore il provvedimento della Santelli, auspicando che nelle prossime settimane ci siano le condizioni per consentire gradualmente anche ad altre categorie la possibilità di rialzare la serranda, sempre nel rispetto di rigidi protocolli igienico-sanitari. La Calabria è una Regione economicamente depressa, non possiamo permetterci di aggiungere ad un’emergenza sanitaria anche una crisi economica che potrebbe avere degli effetti catastrofici sul suo tessuto sociale ed occupazionale. Centinaia di aziende che danno lavoro a migliaia di calabresi hanno bisogno di fiducia e prospettiva senza dimenticare, però, che il Coronavirus continua ad essere un pericolo. È innegabile che, ad ormai 3 mesi dall’inizio della pandemia, e finché non sarà trovata una cura, ogni società deve cominciare ad imparare a convivere con il virus conciliando sicurezza, affetti, lavoro. La Calabria è nelle condizioni di impostare questa ripartenza ed è giusto che si cominci a camminare in tal senso, magari diventando finalmente anche modello positivo per altri che non tarderanno a “riaprire”.
Ci spiace notare che, invece di entrare nel merito delle decisioni, un dibattito così importante per la vita dei calabresi spesso scada in strumentali speculazioni politiche a limite del ridicolo. Affermare, come fa il sindaco di Reggio Calabria, che la Santelli prenda ordini dalla Lombardia e dal Veneto, è questo un atto di grande disonestà intellettuale. Piuttosto che strumentalizzare le giuste paure delle persone, si lavori con atti concreti e programmatici sulla loro/nostra sicurezza sia in termini sanitari che economici. Questi non sono tempi per sceneggiate, responsabilità può significare anche criticare ma in modo costruttivo, non certamente creando divisioni fra tifoserie contrapposte.
Stanza 101 – Cenacolo Culturale Impertinente