Di seguito la lunga riflessione del sindaco Giovanni Calabrese, nonché delegato alla sanità del comitato dei sindaci della Locride. Riflette sulla situazione attuale e chiede l’intervento immediato della Regione Calabria. . Emergono in modo drammatico quelle carenze strutturali e organizzative che per anni sono state costantemente denunciate senza trovare alcun riscontro nelle preposte autorità politiche e sanitarie. Situazioni che ti fanno maggiormente riflettere. La struttura ospedaliera della Locride, che da anni è oggetto di mirata e voluta disattenzione e di quotidiano saccheggio, continua ad essere la più importante criticità e priorità della Locride. Ho approfittato di questo strano e preoccupante periodo per ripercorrere le tantissime iniziative finalizzate alla difesa dell’ospedale. Abbiamo urlato la nostra rabbia quando la politica taceva, molti medici erano silenti e asserviti al politico di turno – che poi era sempre lo stesso con una maglia diversa-, non esistevano confronti tra “esperti” su piattaforme social e nessun “leone da tastiera” ha mai accennato ad una proposta.
In tutto questo vergognoso contesto in pochi, temerari e tenaci, siamo stati presenti e non abbiamo mai abbassato la guardia. Probabilmente senza quella costante azione di stimolo, denuncia e protesta avrebbero attuato il “demenziale piano strategico” di chiusura dell’ospedale. La situazione oggi continua ad essere seria, preoccupante, imbarazzante. Dentro di me accumulo delusioni e rabbia, ma non ho voglia di mollare la presa. Purtroppo si parla sempre del problema senza mai alcun riferimento ai responsabili dello sfascio che continuano indomiti nella gestione clientelare e scellerata della struttura sanitaria. È proprio da lì che dobbiamo partire se vogliamo invertire la rotta. Non è possibile che non si riesca a dare all’ospedale della Locride libertà e dignità. Serve una coraggiosa e immediata rivoluzione. Ora o mai più!
Innanzitutto, serve per l’ospedale una guida capace, competente, autonoma e non politica! Anche in questa preoccupante circostanza della pandemia Covid-19, guardando dentro l’ospedale, abbiamo visto una serie di vicende assurde, grottesche, ridicole, vergognose. Una struttura sanitaria senza “testa” e sicurezza che non diventa un focolaio solo perché grazie al cielo il Coronavirus non è passato da contrada Verga, altrimenti avremmo assistito ad una indubbia strage di innocenti. Abbiamo assistito a cose incredibili. Non è stato facile mantenere il controllo davanti alle scomposte affermazioni quali “qui comando io” di un confusionario e incapace direttore sanitario aziendale e il “qui si fa quello che dico io” di un arrogante architetto reggino che pensa di godere di altolocate protezioni.
Ho sempre sostenuto, oggi lo ribadisco con maggiore convinzione, che non si può risolvere il problema della sanità e del nostro ospedale se la gestione della criticità e della emergenza decennale è affidata alle stesse persone che sono state gli artefici principali di questo disastro. Da anni la sanità e l’ospedale sono nelle mani degli stessi poteri forti che, indipendentemente dai governi di destra, sinistra e commissari vari, continuano a regnare sovrani. Anche l’ultimo scioglimento per infiltrazione mafiose dell’Asp di Reggio Calabria – il primo dopo lo scioglimento dell’Asp di Locri del 2006- non ha cambiato alcunché. Chi “gestiva” prima continua a farlo indisturbato e “sotto tutela” oggi! A chi manovrava prima, nel ruolo di uomo “forte” dell’Azienda, viene consentito di comandare adesso con il ruolo di consulente /consigliere e burattinaio. Anche con la gestione commissariale è accaduto di tutto. Un funzionario della Prefettura, inviato a Locri come rappresentante dei Commissari dell’Asp, per contribuire ad affrontare e a risolvere le tante problematiche, è andato via dopo qualche mese incredulo e sconfortato. Una persona perbene e dello Stato che ha alzato bandiera bianca dopo sei mesi e dopo aver capito l’andazzo e la totale impossibilità a cambiare le cose.
Lo stesso valido e integerrimo funzionario è stato oggetto di costante azione di boicottaggio ordita dall’indomito consulente burattinaio. Lo stesso “consulente” che nei giorni scorsi ha tentato l’ultimo affondo per tentare di chiudere definitivamente l’ospedale e ha confermato la propria arroganza con il Piano Covid-19, approvato lo scorso 16 aprile. Un piano che penalizza ancora una volta la nostra struttura ospedaliera. È ovvio che i problemi di varia natura della struttura sanitaria non nascono oggi ma vengono da lontano. In questi anni, mentre l’ospedale veniva “accompagnato” ad un lungo declino, contestualmente e parallelamente sono aumentati i presidi sanitari privati. E mentre le strutture private crescono e si consolidano, calamitando risorse pubbliche e quindi tante elevate professionalità, nell’ Ospedale di Locri, per motivi “inspiegabili”, non si riescono a fare i concorsi per il ruolo apicale dei reparti. Ci sono voluti cinque anni per far arrivare il nuovo apparecchio per la Tac (sul curioso funzionamento a singhiozzo della tac e della radiologia si potrebbe scrivere un libro!!!). Si é in attesa della risonanza magnetica, il cui acquisto è stato perfezionato da almeno tre anni, ma la risonanza si è persa per strada. I quindici milioni di euro per la ristrutturazione sono scomparsi e abbiamo appreso dalle dichiarazioni televisive del solito sempre presente consulente – persona sempre ben informata-, che queste importanti risorse non ci sono più! Per l’Ospedale di Siderno sono stati spesi qualche anno fa 530 mila euro in una struttura chiusa. Di tale intervento oggi non è rimasta traccia a parte dei mandati alla ditta esecutrice dei lavori. Sempre per l’ex ospedale di Siderno non si sa che fine abbiano fatto le risorse stanziate per la riconversione in casa della Salute. Oggi, da otto mesi, paghiamo medici pediatri di una cooperativa che svolgono i turni di notte nel reparto di pediatria; costo della prestazione 750 euro a notte. Soluzione tampone costosa in attesa dei concorsi che però non vengono fatti. L’elenco delle cose vergognose è lungo. Dagli ascensori, ai cambi turno, alle ben remunerate prestazioni aggiuntive e reperibilità. Potrei raccontarvi altre centomila nefandezze che ho conosciuto e toccato con mano in questi anni e ho capito anche che nell’ospedale di Locri tutto è difficile ma vi garantisco niente impossibile se c’è la volontà. Quando si tratta di favorire amici, compari, amici degli amici e figli dei potenti, allora nessuno sì sottrae nell’adottare atti amministrativi in fretta e furia. In tali casi vi è la volontà, il tempo e, soprattutto, la celerità. Queste vergogne le denunciamo da anni e nessuno ci ha mai dato ascolto.
La direzione sanitaria ospedaliera non può essere il rifugio di alcuni e la “casa” di altri. La direzione sanitaria ospedaliera va letteralmente smontata e immediatamente affidata ad un manager qualificato e possibilmente senza interessi e, soprattutto, senza parenti!!! Serve un nuovo e coraggioso impegno. Se manca questa volontà allora vi è la dimostrazione che siamo davanti a poteri troppo forti e dobbiamo arrenderci. L’ospedale va liberato dalla ‘ndrangheta ma va, soprattutto, liberato dalle grinfie della mala politica e dei poteri forti che sono i veri responsabili di questa vergognosa situazione. Quanto sostenuto è la stessa tesi che in questi anni abbiamo riferito senza indugio alcuno ai presidenti della Regione di centro destra e centro sinistra che si sono succeduti, al presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, venuto appositamente a Locri, e ai relativi ministri della salute tutti incontrati e informati della gravità della situazione. Fino ad oggi però nessuno ancora si è determinato nel prendere una decisione. Oggi alla presidenza della Regione Calabria c’è Jole Santelli, alla quale molti, furbescamente e maliziosamente, vorrebbero addebitare le responsabilità di questa drammatica situazione.
A Lei chiedo un intervento certo e definitivo, perché l’ospedale di Locri deve essere immediatamente, senza se e senza ma, affidato a persone capaci, competenti, libere di pensare e libere di agire. Oggi il Presidente Jole Santelli, il Deputato del nostro collegio elettorale Francesco Cannizzaro e il locrese consigliere regionale Raffaele Sainato hanno l’obbligo morale di intervenire per invertire la rotta. Proprio a loro, al quale mi lega un rapporto sincero di amicizia, chiedo il coraggioso intervento politico per cambiare le cose e per dimostrare di essere diversi dagli altri e di agire subito perché non c’è più tempo.
Oggi abbiamo concretamente la possibilità di fare la rivoluzione, dipende solo da noi. Dovrà essere una rivoluzione vera, partendo dall’allontanamento immediato di tutti quei soggetti che oggi sono ancora li pronti, ancora una volta, a trovare un nuovo utile compromesso per continuare a “gestire” per il proprio personale e familiare tornaconto e a scapito della collettività. La festa è finita. La rivoluzione dovrà ora avere inizio e nessuno potrà ostacolarla. Affido queste mie lunghe riflessioni a tutti coloro i quali avranno voglia di leggerle, condividerle e unirsi alla rivoluzione.
Giovanni Calabrese
Sindaco di Locri
Delegato alla sanità Comitato dei sindaci della Locride
e libero cittadino innamorato della Locride