Leggere le frasi vergate dall’On.le Battaglia in ricordo di un evento che tra pochi mesi Reggio si appresta a commemorare suscita speranza in chi in questi anni ha reso onore alle vittime di quei “fatti” ed al sangue versato per le strade con le proprie iniziative e la fattiva presenza alle annuali ricorrenze. Certo, diverse sono le ricostruzioni, le interpretazioni e soprattutto le valutazioni che gli storici, i politici e l’opinione pubblica hanno sciorinato nel corso di questi lunghi decenni e fino ad oggi. Oggi che la storiografia ufficiale ha definitivamente spazzato via ogni rigurgito pregiudiziale dal campo delle responsabilità in capo alla cittadinanza, per una volta resasi meritevole di chiamarsi comunità.
Permangono sacche di una mendace resistenza, imperterrite tra oscurantismo e malafede ideologica, circostanza che non può essere sfuggita ad alcuno attento alle dinamiche del dibattito cittadino. E proprio perché questa celebrazione non resti ghettizzata tra coscienti ed incoscienti prese di distanza e perché il ricordo di quei giorni diventi davvero unanime e condiviso, siano benvenute le parole dell’autorevole esponente PD. Né, però, può essere ignorato che ciò che oggi è cristallizzata consapevole reazione al perpetrarsi di un grave sopruso ai danni di questa città, grido di dolore ribelle di un popolo riversatosi in strada, in certi ambienti della sinistra locale e nazionale l’etichetta nera di violenza e delinquenza è stata a lungo apposta su quei moti, nel consapevole intento di ricondurre una battaglia di dignità nell’angusto alveo di lotta partitica. Schegge di questa contorta visuale sono giunte persino fino ai nostri giorni, dentro i rettangoli delle nostre TV, capaci di frantumare il quadro idilliaco disegnato quale auspicio dall’On. Battaglia da chi dentro il suo partito sta rispetto alla rivolta orgogliosamente… dall’altra parte.
Al pari, non può dirsi che la rivolta fu marchiata dalla Destra senza arrecare un grave torto alla storia, se è vero come è vero che furono gli altri partiti ad arretrare per vari motivi ben noti ai più, lasciando il solo Movimento Sociale Italiano, unico partito a difendere Reggio al fianco di un grande Sindaco e diletto figlio di questa città quale fu suo padre. Ne deriva un sigillo di certezza: mai la parte politica che indegnamente e sommessamente con queste righe mi consento di rappresentare sarà capace di voltare le spalle ad una prospettiva di condivisione, purché condivisione sia e non usurpazione, sottrazione o peggio ancora revisione. Mi piacerebbe potere leggere o ascoltare locuzioni dai contenuti identici a quelli che qui riscontro provenire dalle tastiere o dalle bocche della maggioranza di Palazzo san Giorgio e in special modo da coloro che vengono annoverati tra i componenti di quel monco e dimentico Comitato, istituito poche settimane addietro, per potere conferire maggior vigore e significato alla importantissima apertura.
Disponibile, dunque, alla partecipazione a siffatto dibattito, senza che ciò appaia, in periodo di sofferente emergenza, indugio irriverente; il tempo per ritrovare la propria identità non conosce pausa. Sia, dunque, la prossima ricorrenza occasione di conoscere gli eventi che hanno scritto pagine drammatiche nella storia cittadina. Certo, la storia la scrive chi vince e Reggio quella battaglia l’ha persa. Malgrado ciò, la verità si è fatta strada e affinché resti impresso nelle menti dei più giovani quella sfida compiuta, serve tutto l’orgoglio possibile per sopportare il ricordo di quei giorni ed il susseguirsi di decenni che hanno portato allo smantellamento istituzionale ed amministrativo di una città, che solo grazie al grandioso riconoscimento dello status di Città Metropolitana può pensare finalmente con spirito di riscatto.
Noi siamo sempre stati di qua della barricata.
Ernesto Siclari – Componente Esecutivo Provinciale – Responsabile Dipartimento Giustizia Fratelli d’Italia