Homo homini virus

Parafrasando “L’amore ai tempi del colera di Garcìa Màrquez” riflettiamo su “La Mafia ai tempi del coronavirus”, confidando che l’inconsueto accostamento amore-mafia possa attenuarsi almeno un po’ se inserito in un incipit che riunisce mafia- colera – Coronavirus, quasi fossero sinonimi. Florentio dice: “Io sono una nullità, non guarirò mai fino alla fine dei miei giorni; la fiamma dell’amore mi ha colpito e brucio senza rimedio; lei è una spina piantata dentro di me è parte di me ovunque io vada e ovunque lei si trova. E’ la vita, non la morte, a non avere confini…” Ma non possiamo fermarci alla paura. Dobbiamo riflettere. E’ proprio inaspettata la tempesta? O “siamo caduti nella fossa che avevamo scavato”? Il coronavirus sta smascherando la nostra vulnerabilità, lasciando scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità. Lascia scoperti gli “ego” sempre preoccupati della propria immagine. La situazione attuale “all’avidità del guadagno”, al nostro materialismo, alla superficialità, alla planetaria sordità che ci ha impedito di ascoltare il grido sia dei poveri che del, “pianeta gravemente malato”, all’assurda pretesa “ di restare sani in un mondo malato”. E adesso, come al tempo del colera, siamo chiamati a trovare una nuova creatività dell’amore umano, “nuove forme di ospitalità, di fraternità, di solidarietà”. E come ricorda Hobbes, il pericolo nasce dalla natura stessa dell’uomo, perché tutti gli uomini sono egoisti e cattivi. L’uomo stesso, volendo parafrasare lo stesso Hobbes, è virus dell’altro uomo. Con la sola differenza che nell’originale c’è “lupus” che compare anche in Plauto. Ad ogni modo, secondo Hobbes, di necessità si impone, razionalmente, la scelta libera di sottomettersi al potere sovrano e accettare ogni forma di diritto positivo, cioè posto dal potere medesimo.

Per il filosofo lo stato di natura, sprovvisto di potere sovrano, coincide con uno stato di guerra: l’uomo che non ha liberamente rinunciato al proprio potere illimitato e anarchico è una minaccia certa per tutti e reciprocamente. Per noi il contagio, specialmente per alcune zone e città, è ad alto rischio, per la natura stessa del virus. Per Hobbes il conflitto reciproco è una assoluta evidenza, dovuto alla universale pretesa di dominio illimitato su tutto e tutti.. Unico freno a questo desiderio unilaterale per sé e contro chiunque è la ragione. Dov’è L’ Europa in tutto questo? L’Europa è assente e lontana mentre lo Stato italiano non ha le risorse per venirvi incontro, affermano i-colletti bianchi- “ Per fortuna vostra ci siamo noi: camminiamo insieme verso un futuro di certezze; saremo noi a portarvi fuori dalla crisi. Ci conoscete già perché siamo presenti nelle Borse e nell’economia da decenni. Da decenni vi riforniamo di droghe; da decenni facciamo per voi traffici loschi, tipo il traffico di armi e di manodopera schiavizzata. E soprattutto da decenni manteniamo l’impegno a passarvi gli utili”. Da un rapporto di amanti-celato e nascosto – le mafie ne fanno un matrimonio vero e proprio. Un matrimonio d’affari. Il più solido tra i matrimoni. Manca un governo, in un momento in cui il sistema collettivo sembra dominare la cultura del tempo; un “Governo mondiale” che sappia contribuire al dialogo e alla sicurezza personale. Adesso tocca a noi, il sentimento collettivo sembra dominare la cultura del tempo. E adesso più che mai deve garantire la “sicurezza sociale” delineando nuove frontiere. Il vero problema è la mancanza di un “governo mondiale” un governo che sappia contribuire al dialogo e alla sicurezza personale.

Docenti

Prof.ssa Capponi Caterina

Prof.ssa Raffaella Solano

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