di Peppe Giannetto – I rumors e le indiscrezioni si inseguono ormai da diverse ore, sono in tanti a spezzare lance in suo favore lanciandolo apertamente come premier destinato a succedere a Giuseppe Conte. Draghi viene indicato come la personalità più adatta ad individuare una via d’uscita dall’emergenza Coronavirus. L’ipotesi Draghi viene proposta come una soluzione che va ben oltre la ragion di stato: una personalità lontano dall’agone politico per avviare uno sforzo di questo tipo, il nome di Mario Draghi è indubbiamente un nome molto encomiabile per poter essere a capo di un ipotizzabile governo di salute pubblica.
La mozione trova terreno florido perché le odierne opposizioni al governo Conte appaiono fin da ora disposte a gradire: il segretario della Lega Matteo Salvini proprio questa mattina, dal quotidiano ‘La Stampa’, alla specifica domanda del cronista che gli domandava se fosse disponibile ad appoggiare un governo capeggiato da Draghi ha risposto così: “Ogni volta che parlo di governo qualcuno mi attacca. Non faccio nomi. Ma ho molte idee da mettere a disposizione. Anche di quelli che ci danno degli sciacalli. A me importa solo una cosa: avere la coscienza pulita con mio figlio”. Conoscendo il Capitano, si sa che quando vuol ribadire un no non ha difficoltà a farlo; quindi una sia risposta così “vellutata” suona come un via libera a muoversi in questo senso. Di questi tempi, poi, il “non dissenso” vale tanto quanto un’approvazione, perché tutte le forze politiche sono coscienti che per riorganizzare il tessuto economico del Paese scompaginato dall’epidemia Covid-19 che ha arrestato la produzione e i consumi serve un governo di larghe intese, sorretto da una grande maggioranza; anche per partecipare – e sostenere tutti insieme – il peso delle certe e sicure scelte odiose ma essenziali come “cura”.
Gli italiani sono ormai assuefatti a queste “ricette” e ne è cosciente anche l’ex premier Mario Monti, che cita oggi : “Siamo venuti fuori dalla crisi del 2011/2012 perché tutti i partiti presenti in Parlamento (il M5S non era c’era ancora), hanno accettato di mettere l’interesse della nazione davanti ai propri interessi elettorali. In questo modo hanno accettato provvedimenti, che poi avranno anche sconfessato, ma che hanno permesso all’Italia di salvarsi”. Però adesso il Movimento 5 Stelle replica severamente a ogni idea di una sostituzione del governo in corsa: “Questo Governo ha la piena fiducia del Movimento e sul presidente Conte, il quale sta governando con capacità e fermezza una fase senza precedenti”. E ciò che dicono i pentastellati, manifestando nel voler proseguire con Conte premier. “Il presidente del Consiglio è per noi una figura di garanzia, alla guida di un governo che sta agendo compatto e in sintonia con un peculiare obiettivo: aiutare la nazione a uscire dalla crisi per consentirci di rialzarci e tornare a volare. Altri nomi per la guida di Palazzo Chigi, come quello dell’ex Governatore Mario Draghi, per noi non sono neppure immaginabili”, prosegue il M5S.
Inaspettatamente è il solo a opporsi. Proposta respinta dal partito che occupa il 32% dei seggi nell’attuale Parlamento? Non è detto, perché, al di là delle opinioni e degli orientamenti, si profila per tutti l’esigenza di una manovra finanziaria straordinaria, pensata ad hoc per sconfiggere la crisi e garantire la ripresa.
Le risorse da finanziare saranno molto di più dei 25 miliardi già collocati con il decreto Cura Italia, e lo stesso ministro dell’Economia Gualtieri ha previsto che sarà varato un nuovo decreto straordinario per aprire la fase 2: dopo la cura, occorre la (ri)crescita. “Bisognerà predisporre una manovra shock , e che non si potrà fare senza un patto nazionale”, ha detto chiaramente Gualtieri, che è anche un prestigioso rappresentante dei democratici. Una dichiarazione così netta e precisa che svela bene quale sia la posizione del Pd sull’argomento. C’è un altro vantaggio, che fa preferire la scelta a favore di Draghi: nel momento di iniziare i negoziati con l’Europa per assicurarsi gli aiuti indispensabili in favore dell’Italia, egli avrebbe certamente un peso ineguagliabile da chiunque altro, per la considerazione di cui gode dopo gli otto anni alla guida della Banca Centrale Europea che con la sua direzione ha rappresentato un momento di aggregazione delle istituzioni di Bruxelles che oggi manca.
Draghi, concludendo, è gradito dovunque si guardi e appare proprio come “l’uomo che ci vuole” in questo momento. E qui si spiegherebbero le ulteriori affermazioni di Salvini secondo cui serve “il meglio alla guida della nazione in questa fase così delicata”. Così sul nome di Mario Draghi tutti i partiti potrebbero presto convergere in nome della sempre invocata (ma finora poco praticata) “responsabilità nazionale”, con il vantaggio di affidarsi a una guida autorevole in un momento delicato e in una fase in cui nuove elezioni saranno impossibili nei prossimi mesi.
Con Draghi leader del nuovo governo, nessun partito potrebbe essere sospettato di inciucio o di manovre di palazzo. Questo renderebbe realmente praticabile un governo di scopo, sostenuto da tutte o quasi, le forze politiche e magari con un mandato limitato, magari un anno fino alle prossime elezioni da tenersi nella primavera del 2021. Del resto Draghi non può provocare gelosie nei vari leader: non è un loro concorrente diretto, ma un designato al Quirinale, nel 2022, quando scadrà il mandato del presidente Mattarella. E anche qui la storia insegna: negli anni Novanta a essere a capo dell’Italia fu chiamato Carlo Azeglio Ciampi, anche lui proveniente dalla Banca d’Italia, e che pochi anni dopo sarebbe divenuto presidente della Repubblica.