I controlli svolti Carabinieri del Comando Provinciale di Bergamo sul rispetto del decreto dell’8 Marzo scorso, che di fatto ha istituito la zona rossa in tutta la Lombardia, hanno già permesso di controllare circa 520 veicoli e 600 persone, le cui autodichiarazioni, successivamente sottoposte ad attenta verifica, hanno fatto scattare le prime cinque denunce nei confronti di altrettante persone che hanno fornito delle informazioni non esatte o comunque non sufficienti a giustificare la propria mobilità.
Sin da domenica mattina, i Carabinieri stanno eseguendo dei servizi di controllo del territorio in tutti i centri abitati e lungo le principali arterie stradali extraurbane, mirati a verificare il rispetto della direttiva nelle aree “a contenimento rafforzato” che ha introdotto forti limitazioni alla mobilità in tutta la Lombardia, consentendo gli spostamenti delle persone fisiche solo se motivati da esigenze lavorative, situazioni di necessità o per motivi di salute, da attestare mediante apposita autodichiarazione.
Pertanto, contestualmente sono iniziati gli accertamenti di riscontro delle autodichiarazioni, a seguito dei quali i militari hanno individuato 5 persone sprovviste di motivazioni valide o che hanno fornito dichiarazioni inesatte. In particolare, un lavoratore dipendente, 41enne, è stato sanzionato poiché si sarebbe recato per prestare il proprio turno di servizio presso un’azienda del posto, mentre in realtà fruiva del giorno di riposo; un altro uomo, 46enne sanzionato poiché ha affermato di recarsi al lavoro presso un esercizio commerciale che, in realtà, è chiuso da tre giorni; una donna di Bergamo, di 36 anni, sanzionata poiché fermata fuori dal Comune di residenza senza un motivo preciso; un giovane di Treviglio, 27enne, era recato per andare a pranzo da un amico; infine, una donna fermata era andata a trovare un conoscente.
La sanzione per chi viola le limitazioni agli spostamenti è la denuncia immediata per l’inosservanza di un provvedimento di un’autorità, che prevede la pena dell’arresto fino a 3 mesi o l’ammenda fino a 206 euro, salvo che non si possa configurare un’ipotesi più grave, quale, ad esempio, un delitto colposo contro la salute pubblica. I controlli proseguiranno incessantemente anche nei prossimi giorni nell’ambito dell’intero territorio provinciale.