Le rivolte nelle carceri italiane per il coronavirus

Incendi, evasioni e almeno 5 morti, dal Nord al Sud è caos nei penitenziari per le nuove misure restrittive anti-contagio

Da ieri in diverse carceri italiane vi sono sommosse causate dalle misure introdotte per il contagio da cornavirus che non hanno fatto infuriare i prigionieri. Da questa mattina è in corso una rivolta al carcere di San Vittore di Milano e una quindicina di detenuti sono saliti sul tetto. Sul posto sono arrivate le volanti di polizia. Dalla strada adiacente al carcere si vedono carta e stracci a cui è stato dato fuoco attaccati alle grate di una finestra e getti d’acqua per contenere le fiamme. Nel carcere di Foggia dove alcuni detenuti stanno riuscendo ad evadere venendo bloccati poco dopo all’esterno dell’istituto penitenziario dalle forze dell’ordine. A quanto si apprende i detenuti hanno divelto un cancello della ‘block house’, la zona che li separa dalla strada. Molti detenuti si stanno arrampicando sui cancelli del perimetro del carcere. Sul posto polizia, carabinieri e militari dell’esercito. Un tentativo di evasione è stato segnalato anche al carcere Ucciardone a Palermo. Alcuni detenuti per protesta hanno tentato di svellere la recinzione dell’istituto di pena per cercare di fuggire. Il carcere è circondato dai Carabinieri e polizia in tenuta antisommossa. Anche le mura del carcere sono presidiate. La rivolta scoppiata a Modena nel carcere di Sant’Anna ha avuto un esito tragico: tre morti e diversi detenuti ricoverati con ferite. Sei sono considerati più gravi, portati nei pronto soccorsi cittadini e di questi quattro sono in prognosi riservata, terapia intensiva. In tutto sono 18 i pazienti trattati, in gran parte per intossicazione. Ferite lievi anche per tre guardie e sette sanitari. Per Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, data l’eccezionale emergenza che stiamo vivendo, sarebbe auspicabile che il nostro Parlamento emani provvedimenti di amnistia o di indulto. D’altro canto, persino nella Repubblica iraniana, in queste ore, è stata disposta la scarcerazione di 54.000 detenuti negativi al test coronavirus con pena residua da scontare non superiore a cinque anni. I provvedimenti di grazia sarebbero coerenti con l’emergenza  di cui peraltro non conosciamo ancora le vere dimensioni.

 

comunicato stampa –  Sportello dei Diritti

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