Nella Diocesi di Lugano adottate una serie di misure anti-virus: abolita anche la stretta di mano durante la messa
Il Coronavirus riesce dove forse non era riuscita neanche la peste bubbonica: via l’acqua benedetta dalle acquesantiere, l’ostia consegnata in mano e non in bocca, proibito lo scambio del segno della pace tra fedeli. I rituali della Chiesa cattolica romana si piegano alle necessità dei tempi: questi avvisi, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, arrivano in vista della possibile estensione del contagio in Ticino, implementate seguendo le indicazioni del Consiglio di Stato e del Medico Cantonale. Accanto a queste norme, principalmente per i fedeli, restrizioni anche per presbiteri e animatori liturgici, dispensati dai loro doveri in caso di sintomi influenzali e cui viene ingiunto di rimanere a casa. Nel comunicato si sottolinea inoltre come è importante che tutto le persone coinvolte nell’eucaristia si lavino e disinfettino più volte le mani e che specialmente “i presbiteri, i diaconi e i ministri straordinari, immediatamente prima di distribuire il Corpo di Cristo ai fedeli, si lavino le mani, possibilmente con un liquido igienizzante”. Si comunica infine che tutte le misure sono valide immediatamente e fino a nuova comunicazione, e che la Diocesi si riserva il diritto di effettuarne di nuove in caso di necessità.
CS Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”