(DIRE) Roma, 19 Feb. – Oltre 13 milioni di presenze ‘fantasma’, per l’esattezza 13.565.471, ogni anno soggiornano a Roma in strutture ricettive sommerse, affitti brevi in primis. Un impatto che l’Ente bilaterale del turismo del Lazio ha calcolato del 31% in piu’ sulle presenze turistiche ufficialmente registrate nella Capitale, pari a 43,5 milioni l’anno. Se a queste si aggiungo i visitatori ospiti delle strutture non registrate, si arriva a 57,1 milioni di turisti.
La stima e’ contenuta nel rapporto sul sommerso ricettivo a Roma che l’Ebtl ha presentato oggi all’Auditorium dell’Ara Pacis, dove il presidente dell’Ente e direttore di Federalberghi Roma, Tommaso Tanzilli, ha sottolineato “l’enorme impatto negativo su molti aspetti della vita cittadina, come l’organizzazione dei trasporti, la raccolta dei rifiuti, l’organizzazione del traffico e la pubblica sicurezza”.
Per elaborare il rapporto sul sommerso ricettivo a Roma, che denota “l’esplosione del fenomeno degli affitti brevi”, l’Ente bilaterale del Turismo del Lazio insieme alla societa’ Sociometrica ha condotto un’indagine che ha coinvolto 1.000 visitatori della Citta’ eterna intervistati su procedure e condizioni del loro soggiorno.
Dal punto di vista della quantita’, l’offerta totale di affitti brevi sulle piattaforme di prenotazione online a Roma negli ultimi tre anni risulta aumentata del 46%. Una crescita da cui deriva la stima delle presenze turistiche sommerse, pari al 55,9% dell’offerta online complessiva, dato che annualmente corrisponde a 13.565.471 unita’ e incide sul numero dei turisti per il +31%. “Stime comunque prudenziali”, ha spiegato Antonio Preiti, direttore di Sociometrica.
Per quanto riguarda l’offerta degli appartamenti, secondo il rapporto risulta essere concentrata per oltre la meta’ nel I municipio, ed e’ caratterizzata dalla disponibilita’ a ospitare per un numero di notti breve (circa 3) che si sovrappone alla permanenza media alberghiera. “Tra le conseguenze della crescita del mercato degli affitti brevi- ha detto Tanzilli- anche l’impossibilita’ delle famiglie romane di affittare un appartamento per uso abitativo. Se infatti queste sono disposte a spendere in media 870 euro mensili, i rendimenti degli affitti brevi vanno da 2.000 a oltre 6.000 euro. Per non parlare dell’impatto negativo che questo fenomeno ha sull’occupazione, danneggiando chi potrebbe essere occupato regolarmente nel settore turistico. La stima- ha detto ancora il presidente Ebtl- e’ di almeno cinquemila lavoratori in piu’ regolari solo nel diretto, figuriamoci calcolando anche l’indotto”.
Dall’indagine effettuata sui mille visitatori di Roma, risulta che all’11,8% di essi non e’ stato richiesto un documento al momento dell’arrivo, mentre al 65,1% non e’ stata richiesta la compilazione del modulo per la registrazione statistico-anagrafica con firma personale, “con evidenti, gravissime ricadute in termini di sicurezza della comunita’”.
L’indagine demoscopica ha poi evidenziato come al 14,1% di visitatori non sia stata richiesta la tassa di soggiorno. In termini di evasione, si parla di 50 milioni di euro circa (pari al 40% di quanto Roma Capitale incassa dalle presenze alberghiere: 130 milioni).
(Dip/Dire)