La sconfitta rimediata con il Lecce ha già cancellato quanto di buono visto contro la Juventus
I fenomeni inspiegabili che interessano la realtà del mondo in cui viviamo, si sa, sono tantissimi e da oggi ancora di più grazie a questo Napoli che merita ampiamente, dopo il weekend appena trascorso, l’etichetta di mistero calcistico insondabile. La squadra di Gattuso, che sembrava essere rinata dopo la scoppiettante vittoria contro la Juventus, c’è ricascata di nuovo: ennesimo scivolone, stavolta contro il Lecce. La formazione azzurra, un po’ dottor Jekyll e un po’ mister Hyde del pallone nostrano, continua a lasciarci senza parole: fatichiamo a capire come sia possibile che contro i bianconeri si sia vista una formazione quasi “sarriana” e con i giallorossi, invece, siano subentrate di nuovo nelle menti dei giocatori quella leggerezza e quella superficialità che speravamo non fossero più parte del DNA dei partenopei. Come per incanto, siamo tornati indietro a quando gli Azzurri pasticciavano in mezzo al campo e non erano in grado di sbranare l’avversario, come spesso capitava quando Sarri sedeva in panchina. Il bruciante tonfo con il Lecce non significa solo 3 punti in meno in saccoccia quanto l’azzeramento di quell’entusiasmo che fungeva quasi da 12° uomo in campo. Domenica il San Paolo era a dir poco ammutolito a causa della sconfitta maturata, impensabile dopo i festeggiamenti prematuri a seguito dell’ottima prestazione con la Juventus. Ed ora cosa dobbiamo attenderci? Difficile darvi una risposta secca visto l’ondivago campionato di un Napoli che non sa ancora chi sia veramente. Gli Azzurri sono forse quell’11 titolare sbiadito che è riuscito a mal figurare, per usare un eufemismo, contro Lapadula e compagni oppure quel team che ha messo alle corde la società di calcio più forte di questa Serie A? Proviamo almeno ad abbozzare una risposta.
Che cosa non funziona
La sconfitta subita con il Lecce brucia ancora oggi, inutile negarlo: perdere contro i giallorossi, dopo aver dominato la Juventus, non ci sta affatto. La formazione di Rino Gattuso, coach subentrato a Carlo Ancelotti, è sembrata ancora una volta disattenta, poco concreta e distratta, e non è la prima volta. Già contro l’Inter, gli Azzurri avevano giocato con quella mancanza di lucidità che si sperava che con il tempo sarebbe venuta meno e così non è stato. Ed ora il prossimo esame è uno di quelli tosti: Cagliari. Sebbene i partenopei siano favoriti contro i rossoblù, secondo noi anche perché il team di Maran è in caduta libera almeno a livello di risultati, temiamo il peggio. Il Napoli molto facilmente sta già riassaporando, dopo l’ultima sconfitta rimediata, il gusto amarissimo della parola crisi, vocabolo a dir poco familiare in questo torneo annata 2019-2020. Già, ma cosa non funziona in questa squadra? Al di là dell’ultimo arbitraggio che preferiremmo non commentare, gli Azzurri hanno dimostrato di essere fragili sia mentalmente sia nel momento in cui scendono in campo. Alla prima difficoltà la squadra non è più in grado di ragionare e tende continuamente a sfilacciarsi. La linea mediana ha, come per magia, disimparato a coprire mentre il reparto arretrato non riesce più a non farsi superare. Otto goal subiti nelle ultime quattro gare sono veramente un grosso problema a cui Gattuso deve necessariamente far fronte ed al più presto. Se ciò non bastasse, Zielinski, una volta faro di metà campo, sembra non essere più in grado di governare il centrocampo, mentre Demme, con il Lecce, non ha saputo dare quella velocità di manovra che ci si aspetta da lui. Tutto qui? No, affatto!
Quante occasioni da goal sprecate
Le tante occasioni sprecate dal Ciuccio, durante la prima mezz’ora di gara con il Lecce – noi ne abbiamo contate tre – sono un qualcosa di imperdonabile: se la palla non la butti dentro con facilità, rischi sempre di subire le scorribande dell’avversario. E così è stato contro i giallorossi ben messi in campo da mister Liverani. Se poi Insigne non è in giornata, gli Azzurri ne risentono eccome. La prova del giocatore è stata incolore ed il palo esterno colpito non lo salva certo da una prestazione in cui sono mancate sia precisione sia convinzione. Anche Milik non ha inciso più di tanto, nonostante il goal fortunoso, e Lozano ormai è diventato un oggetto misterioso che fa parte a tutti gli effetti di questa incognita insondabile chiamata Napoli.