“Le Muse” ha continuato Domenica scorsa, la sua ricchissima programmazione con un evento in grande stile per il “Laboratorio delle Arti e delle Lettere” che ha presentato il romanzo, edito da Mondadori dal titolo “Domani, chiameranno domani” del sessuologo ed urologo prof. Andrea Salonia medico del San Raffaele di Milano.
Ancora un importante appuntamento, ha dichiarato in apertura il presidente prof. Giuseppe Livoti, poiché ancora una volta “Le Muse” ospitano personaggi dal grande calibro e respiro nazionale ed internazionale e, la presenza del noto professore Salonia, arricchisce la presenza di prestigiose personalità del campo scientifico in Calabria anche tramite la forza culturale delle associazioni. Salonia sessuologo, professore associato di Urologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, nato a Como, oggi è una eccellenza in campo europeo sia per la medicina ma anche per la scrittura poiché presenta un libro che è il suo debutto nella narrativa che ha incuriosito il pubblico. Una curiosità di tipo letteraria che ha anche destato l’attenzione del presidente dell’Ordine dei Medici dott. Pasquale Veneziano, il quale, ha proprio espresso la sua curiosità di vedere come si coniuga, la figura del medico e dello scrittore all’insegna di quella medicina narrativa che è oggi di grande attualità. La vice presidente Francesca d’Agostino ha invece ribadito il senso di figure nuove ed inedite nel panorama letterario italiano e di come Salonia ne è la riprova.
La presentazione critica è stata fatta dalla prof.ssa Rosetta Marrapodi con incursioni di brani e pagine del romanzo lette dal Laboratorio teatrale diretto da Clara Condello insieme a Mimma Conti e Rosaria Livoti. La prof.ssa Marrapodi ha esordito dicendo che non è una bella storia d’amore a lieto o tragico fine; non è un seducente romanzo d’avventura tradizionalmente inteso; non è un’intricata vicenda di guerra costellata da battaglie, vittorie e sconfitte. Nonostante sembri, a livello contenutistico, tanto lontana e diversa dai classici della narrativa, l’opera di Andrea Salonia è, tuttavia, un interessante, riuscito romanzo che ti avvince, e non poco, fin dalle prime pagine. In esso, infatti, l’amore, l’avventura, la guerra, le tre tematiche anzidette, convivendo in un contesto nuovo quanto diffuso ed attuale, risultano diversamente ed ampiamente presenti, così bene incastrati ed amalgamati da costituire la struttura portante, il pilastro e la resistente malta che tengono unita e coesa tutta la complessa impalcatura della vicenda umana narrata. Essa ruota, infatti, intorno ad un’azione legale, un contenzioso di natura ambientale, il cui protagonista, suo malgrado, risulta essere Augusto, ingegnere, nella qualità di direttore di una fabbrica di acciaio, agli arresti domiciliari, misura cautelativa preventiva, con l’accusa di aver “architettato e messo in essere una condizione di pericolo per la pubblica incolumità” e favorito “un disastro ambientale” avendo “omesso con dolo l’attuazione di misure idonee per evitare l’emissione di sostanze nocive per la salute umana”. Da stimato ingegnere e valido direttore di una nota, importante fabbrica d’acciaio, in un battito d’ali, Augusto si ritrova ad essere ritenuto “colpevole di assassinio multiplo”, responsabile di aver “ucciso ..ed ..avvelenato con la diossina” migliaia di capi di bestiame con le immaginabili nocive conseguenze per la salute umana. Incomincia, da qui, il calvario di Augusto e di sua moglie Graziella. Salonia continua la Marrapodi, scrive attraverso una forte carica emotiva ed una narrazione coerente ed incisiva degli assunti sostenuti, scaturiti dal contesto piccolo contadino-borghese in cui il protagonista è nato, maturando le sue prime esperienze di vita. Un libro espressione dell’angoscia spasmodica di un’anima in attesa di conoscere il proprio destino, specchio di un’intima pena, rivelatrice di un “io” sensibile che anela, con il fisico e con lo spirito, alla verità ed alla libertà. L’atmosfera e il senso di viaggio introiettivo del personaggio è stata scandita magistralmente dal maestro Francesco Ammendolia alla chitarra che ha fatto viaggiare i presenti con brani estrapolati dalla musica di tradizione americana in cui My Way, brano interpretato da Frank Sinatra ne è parte integrante. La scrittura ha concluso Salonia è la mia seconda pelle, la mia parte creativa e il mio scrivere si ispira a visioni impressioniste, dove i gesti e soprattutto la luce le atmosfere rendono l’idea del viaggio instancabile dell’uomo di oggi nella malattia, nelle debolezze e nelle avversità.