Iniziativa lanciata nel giorno che ricorda abolizione schiavitù
(DIRE) Roma, 27 Gen. – È nato a Tunisi il collettivo Anbar, in arabo “ambra”: secondo le sue fondatrici, sara’ “la voce delle donne nere” nel Paese nordafricano.
Tra le promotrici dell’iniziativa, la giornalista e ricercatrice Huda Mzioudet, gia’ in prima linea in diversi movimenti contro il razzismo.
“Oggi, 23 gennaio, la Tunisia ricorda il giorno in cui aboli’ la schiavitu’ nel 1846, con un gesto pionieristico in tutto il mondo arabo e islamico” ha scritto Mzioudet martedi’ scorso, su un social network. “Oggi, un gruppo di donne nere tunisine, tra cui la sottoscritta, ha deciso di segnare questa giornata, in cui i miei antenati furono liberati, con la fondazione di un collettivo”.
Il sito web di Anbar, riferiscono i media tunisini, sara’ on-line dal 21 marzo 2020, Giornata mondiale contro il razzismo e le discriminazioni, e servira’ a promuovere l’auto-narrazione delle donne nere in Tunisia, oltre che a dar loro visibilita’.
Il gruppo, scrive ancora l’attivista Mzioudet, servira’ come piattaforma di scambio e condivisione di esperienze per chi si trova “nell’intersezione tra varie identita’ complesse”.
Nere, donne, spesso appartenenti alla “working class” e, all’estero, tunisine: cosi’ vengono identificate e si identificano le attiviste che fanno parte di Anbar. Il loro obiettivo, scrive la giornalista, e’ “riconciliarci con la nostra storia, sapere da dove veniamo, togliere la polvere da rimozioni e tabu’ sulla schiavitu’ e le sue conseguenze”.
Sostiene Mzioudet: “La Tunisia non e’ riuscita ad accogliere la sua popolazione nera liberata, che ha dovuto aspettare fino al 2011 per divenire finalmente visibile. Questo gruppo nasce affinche’ le donne nere di Tunisia rivendichino la loro storia e il loro destino proprio come le berbere in Algeria, Marocco e Libia, le curde in Medio Oriente, le afro-americane negli Stati Uniti, le indigene in Nord America, America Latina e Australia”. (Gif/Dire)