Anche con l’aiuto della comunità
(DIRE) Roma, 26 Gen. – Sui siti locali e’ gia’ una star il cucciolo di foca monaca avvistato e, da alcuni, anche ripreso in video lungo le coste salentine in questi giorni. Le immagini mostrano chiaramente che si tratta di un piccolo della specie Monachus monachus l’unica foca dei nostri mari, nonche’ uno dei mammiferi marini piu’ rari al mondo. Nel Mediterraneo la foca monaca e’ riuscita a sopravvivere alle tante minacce alle quali sono ancora sottoposte le specie marine (bycatch, inquinamento, scarsita’ di risorse alimentari, etc) e alla persecuzione diretta che nel passato ha quasi portato all’estinzione la specie, un pericolo sempre dietro l’angolo. Oggi la IUCN (Unione internazionale conservazione della natura) stima che ne siano rimasti circa 700 esemplari in tutto il bacino, compresi i nuclei dell’Atlantico, nell’arcipelago di Madeira, e lungo le coste tra Marocco e Mauritania. La foca monaca e’ stata per molto tempo ‘bella e impossibile’ da avvistare, tanto che negli anni 90 il WWF aveva lanciato l’appello ‘chi l’ha vista?’ chiedendo a tutti i cittadini di mandare eventuali segnalazioni, in una modalita’ che oggi chiamiamo Citizen science. Oggi il sogno diventa realta’: sono gia’ diversi anni che le segnalazioni arrivano sempre piu’ frequenti dalle nostre coste. “Quella del Salento non ci deve sorprendere dato che esistono nuclei, piu’ o meno grandi, in diverse aree dell’Adriatico- dice Isabella Pratesi, direttore Conservazione del WWF Italia- L’avvistamento di questo cucciolo e’ comunque una splendida notizia perche’ una delle ipotesi e’ che il piccolo sia nato proprio lungo le nostre coste. Non distante dal luogo dell’avvistamento c’e’ tra l’altro San Foca, toponimo che richiama una presenza storica dell’animale nel Salento. Come spiegano gli esperti del Gruppo Foca Monaca, le giovani foche, se vi sono condizioni di abbondanza di cibo, frequentano i tratti costieri soprattutto nei loro primi mesi di vita quando la madre smette di accudirli nelle ore diurne. Sarebbe importante in questa fase poter coinvolgere anche le comunita’ di pescatori locali per avere un ulteriore supporto nella raccolta delle informazioni in un’azione collettiva di Citizien science rispettosa della specie”.