Al 2017 3% nati da Pma. Appello Sisme: Fare figli under 35

(DIRE-Notiziario settimanale Minori e Pediatria) Roma, 24 Gen. – La procreazione medicalmente assistita (Pma) continua a crescere, tanto in termini di tecniche quanto in termini di percentuali. Se al 2005 rappresentava solo lo 0,7%, al 2017 rappresenta il 3% delle nascite complessive. È questa la fotografia scattata dal Registro nazionale sulla Pma a cura dell’Istituto superiore di sanita’ (Iss). Si aggiunga che l’eta’ media in cui le donne rimangono incinta in Italia e’ di 35 anni: “Dal punto di vista medico l’appello, dunque, e’ quello di fare figli assolutamente prima dei 35 anni, eta’ in cui la fertilita’ e’ gia’ notevolmente calata. I figli andrebbero fatti in eta’ giovanile, senza superare i limiti”. A dirlo e’ Teresa Mazzone, presidente del Sindacato italiano degli specialisti pediatri (Sispe), durante il corso ECM, svoltosi questa mattina a Roma, ‘Procreazione medicalmente assistita: il bambino al centro’, organizzato dal Sispe con l’Istituto di Ortofonologia (IdO), e il patrocinio della Societa’ italiana di pediatria (Sip). Il messaggio, a detta della pediatra, e’ che “le tecniche di fecondazione assistita garantiscono senza dubbio sempre maggiori risultati in termini di gravidanze e di nascite, oltre che di sicurezza delle tecniche in se'”, ma sarebbe bene “limitarle ai casi in cui c’e’ veramente necessita’- spiega Mazzone alla Dire- come con le coppie subfertili e con quelle che hanno problemi di altro tipo e natura”. Le stime proposte durante il corso indicano poi che dal 2005 al 2015 il numero dei cicli effettuati e’ cresciuto di oltre il 48%, nonostante siano rimasti invariati i centri partecipanti. Inoltre, fino a 10 anni fa solo il 10-15% delle Pma risultavano poi in gravidanze reali, ma le percentuali ad oggi sembrano salite fino al 40% circa, con possibilita’ di successo che variano pero’ a seconda dell’eta’ della donna. Le evidenze scientifiche nel mondo sono diversificate ma sul tema nessuna puo’ essere considerata esaustiva. “Tutti quanti i lavori presi in considerazione questa mattina- spiega infatti la presidente Sispe- hanno evidenziato dei rischi un po’ piu’ alti per alcune problematiche, ma per tutti le conclusioni sono le stesse. Non si sa”, precisa Mazzone, quanto le evidenze problematiche emerse “siano riconducibili alla tecnica utilizzata per la Pma e quanto, invece, siano dovute a fattori quali l’eta’ della madre, sempre piu’ avanzata, o a problemi quali la subfertilita’ o infertilita’ vera e propria della coppia”. I dati riguardanti le percentuali di successo di gravidanza portata avanti con Pma, pero’, forniscono un’indicazione a riguardo. Una donna tra i 30 e i 35 anni ha una possibilita’ di successo di circa il 40-50% nei casi di fecondazione eterologa. Dai 38 anni, invece, questa cala verso una fascia tra il 12 e l’8% fino a toccare lo 0 percentuale con le donne over43. Dalle evidenze raccolte sul territorio della Penisola, inoltre, cio’ che emerge e’ come le donne italiane siano quelle che si rivolgono ai centri per Pma con l’eta’ piu’ elevata d’Europa: hanno in media circa 37 anni. E le italiane che tentano la strada della fecondazione assistita passata la soglia dei 40 sono addirittura il 35%. Durante il corso, poi, lo stuolo di pediatri ha preso in considerazione la tematica relativa “agli outcome tardivi che riguardano prevalentemente lo sviluppo neurocognitivo: disturbi del comportamenti, del linguaggio, deficit di attenzione, iperattivita’ e disturbi dello spettro autistico”. L’obiettivo della mattinata, illustra Mazzone, “e’ conoscere i possibili rischi collegati a queste metodiche. Difatti e’ il principale dovere del pediatra: essere consapevole dei rischi, valutare il bambino con attenzione e intervenire precocemente, perche’ ad alcune di queste criticita’ giovano moltissimo una diagnosi e un intervento riabilitativo precoce. Ci sono anche dati- ricorda la presidente Sispe- sui giovani adulti nati da Pma che hanno dimostrato, ad esempio, maggiori problemi relativi all’ansia e all’assunzione di bevande alcoliche rispetto ai nati naturalmente. Pero’ anche qui- conclude- non e’ ancora dato conoscere la reale natura del nesso causale”. (Red/ Dire)

banner

Recommended For You

About the Author: PrM 1