Tra le tante, troppe, cose che Reggio ha dimenticato di se stessa, un posto rilevante lo occupa la sua scuola medica, famosa fino all’epoca angioina, cioè fino a quando i barbari conquistatori non hanno spento la vivacità culturale dei Greci autoctoni. Un’altra cosa che abbiamo scordato, è stato il ruolo della Locride nell’invenzione del sistema delle terme, poi ovunque diffuso nel mondo greco e romano, sopravvissuto in quello islamico, e distrutto con deliberata ferocia dai germani che hanno occupato con la violenza le terre dell’Impero Romano. Ancora oggi non molti archeologi hanno compreso l’evoluzione che parte dai ninfei, le grotte sacre con sorgenti di acqua sacri alle Ninfe, e che, attraverso il palazzo di Dionisio I a Kaulonia, con il primo impianto termale della Storia, arriva al complesso delle terme di Casignana, gioiello terminale di un mondo che sarebbe stato vittima dell’oscurantismo barbarico. Nell’antichità classica, infine, Reggio era nota per le sue terme, pubbliche e private, e per il culto del dio Asclepio, l’Esculapio dei Romani, che dallo Stretto si diffuse in tutta la penisola italica. Asclepio e le acque calde degli impianti termali erano intimamente connessi, a causa del potere curativo che i Greci attribuivano al rimanere immersi nelle correnti solforose e con temperature elevate. Di tutto questo, e della funzione sociale e igienica delle terme nel mondo antico, parleremo presso la sala/museo “Il Ferroviere, alla Stazione FS di Santa Caterina domenica 26 gennaio, alle ore 18,00 con Daniele Castrizio, docente dell’Università degli Studi di Messina, nell’ambito della rassegna Calabria d’Autore, organizzata dalla Associazione Incontriamoci Sempre. A seguire, il maestro pasticcere Lillo Giordano illustrerà i segreti della preparazione dei “Piparelli”, che farà poi degustare, unitamente ai liquori Caffo, eccellenza di Calabria, al pubblico che settimanalmente risponde con una presenza massiccia.