E’ morto all’età di 84 anni Giampaolo Pansa, scrittore, opinionista, commentatore, saggista, storico e soprattutto giornalista che ha firmato articoli per prestigiose testate nazionali (il Giorno, il Corriere della Sera, la Repubblica (di cui è stato vicedirettore), il Messaggero, l’Espresso, Epoca e Panorama). Nato a di Casale Monferrato in provincia di Alessandria, cresciuto giornalisticamente con Alessandro Galante Garrone, ha avuto il merito di raccontare sapientemente l’evoluzione della società italiana, ponendosi sempre controcorrente in modo da elevarsi dai giudizi appiattiti di colleghi sempre paralleli al potere di turno. Ha messo in luce, in periodi differenti, i vizi della classe dirigente.
I suoi scritti sono sempre stati fonte di riflessione e dibattito anche acceso, famosi quelli sul periodo della Resistenza italiana, che attenzionò particolarmente sino dagli anni della tesi di laurea. Il più famoso tra questi, che gli “costò” anche qualche grattacapo: “Il sangue dei vinti”, un saggio pubblicato nel 2003 sui crimini dei partigiani compiuti dopo il 1945. Memorabile anche suo “reportage” sulla Strage del Vajont.
Giampaolo Pansa ha scritto il suo primo articolo a rilevanza nazionale nel 1961. Nell’ultimo periodo della sua attività ha firmato per: Il Riformista, Libero, Panorama e The Post Internazionale. La sua morte è una perdita incolmabile per il mondo culturale e giornalistico italiano. Pansa è da considerare un esempio per i giovani per professionalità e obiettività. Un uomo capace di riscuotere apprezzamenti trasversalmente al di là delle posizioni ideologiche.