Ucciso in un raid aereo nella zona dell’Aeroporto di Bagdad il generale Qassem Soleimani, responsabile in base alle informazioni dell’intelligence degli Stati Uniti, delle operazioni nascoste del governo di Teheran e personaggio di raccordo con il regime degli ayatollah. L’ordine è arrivato Donald J. Trump, un’azione definita “difensiva”, per proteggere il personale americano all’estero, nell’operazione voluta dagli americani è morto anche Abu Mahdi al-Muhandis uno dei vertici dell’ associazione paramilitare sciita iraniana, Hashd al- Shaabi, un altro personaggio influente nella mobilitazione della “piazza” contro la presenza degli USA nella regione. Il 30 Dicembre aveva aizzato la folla ad attaccare l’ambasciata americana, caos e violenze che costarono la morte di otto persone e innumerevoli feriti. Durissimo, nelle esternazioni contro gli Stati Uniti, il Governo iraniano dopo l’uccisione di Solemani, la guida religioso\politica Ali Khamenei ha chiesto 3 giorni di lutto nel Paese, affermando che”una dura vendetta attende i criminali” (cit RaiNews). Un atto “terroristico” che potrebbe aprire scenari impensabili fanno sapere da Theran tramite un twitt del Ministro degli Esteri Javad Zarif, perchè, secondo loro, Solemani era colui che aveva combattuto nel modo più efficace a quelle latitutdini l’Isis, al Qaeda e il gruppo al-Nusra. In realtà a Washington ritenevano che il generale Solemani, fosse l’ombra che architettava gli attacchi contro gli americani ed i militari della coalizione, oltre che di essere la “longa manus” dietro l’attacco del 27 Dicembre in cui perse la vita un cittadino americano.
FMP