All’alba di oggi, a Patti, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Messina, su richiesta della Procura della Repubblica di Messina, i Carabinieri della Compagnia di Patti hanno arrestato due pattesi, applicando altresì la misura dell’obbligo di dimora ad un altro 20enne pattese, tutti gravemente indiziati del reato di traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti in concorso tra loro.
I provvedimenti restrittivi eseguiti oggi sono scaturiti dall’attività di indagine sviluppata dalla Sezione Operativa della Compagnia di Patti, nell’ambito della quale era stata scoperta una fitta rete di spaccio di sostanze stupefacenti, costituita da ragazzi, alcuni dei quali appena maggiorenni, che cedevano marijuana e cocaina ad altrettanto giovanissimi acquirenti, talvolta minorenni, non solo nei luoghi della movida dei comuni di Patti e Gioiosa Marea ma anche, fatto ancora più grave ed inquietante, all’esterno di alcuni istituti scolastici pattesi. I malviventi erano stati sottoposti agli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione condotta lo scorso 10 dicembre dai Carabinieri della Compagnia di Patti che avevano eseguito due ordinanze applicative di misure cautelari a carico di 10 soggetti, indiziati di traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti e, in una specifica circostanza, anche di estorsione, mentre S. era stato sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora.
Poiché parte delle condotte illecite emerse nelle indagini erano state commesse a Messina, il Giudice per le Indagini Preliminari di Patti ha trasmesso per competenza gli atti all’Ufficio G.I.P. del capoluogo peloritano, competente per il reato di acquisto di cocaina per la successiva cessione, contestato ai citati indagati e commesso proprio a Messina.
In particolare, nel corso delle indagini, i carabinieri della Sezione Operativa di Patti avevano accertato che il 3 maggio 2019, L.P. e D., insieme ad un terzo ragazzo, all’epoca dei fatti minorenni, si erano recati a Messina per approvvigionarsi di stupefacente. La giornata prescelta, era ritenuta propizia perché gli indagati, a causa dell’intensa pioggia, ritenevano meno probabile un eventuale controllo da parte delle Forze dell’Ordine. Durante il viaggio, dalle intercettazioni ambientali, i tre giovani discutevano chiaramente, esprimendo le proprie considerazioni sul peso e sul prezzo del prodotto. Nel tardo pomeriggio, giunti a Messina nel rione Camaro, dopo essersi accertati che in quel momento non vi fossero Forze dell’Ordine in zona, i tre hanno portato a termine il loro rifornimento di cocaina e, durante il tragitto di ritorno, temendo un controllo, decidevano di uscire dall’autostrada nel comune di Falcone, poiché, a causa della pioggia insistente, ritenevano improbabile un controllo da parte dei carabinieri. I militari dell’Arma li hanno tuttavia controllati all’ingresso dell’abitato di Patti ma gli indagati riuscivano ad eludere il controllo poiché, come emerso successivamente dall’intercettazione di dialoghi concitati, il L.P. aveva ingerito “due palle tante”, lasciando intendere chiaramente due ovuli di cocaina.
E ancora, il 30 maggio successivo, i carabinieri hanno sottoposto a controllo il D., sempre in compagnia del soggetto allora minorenne, rinvenendo, addosso agli stessi due involucri, uno contenente cocaina e l’altro marijuana, che lo stesso minore, poco prima, insieme al L.P., come emerso dalle intercettazioni aveva acquistato sempre a Messina nel rione Camaro. In quella circostanza gli investigatori dell’Arma hanno appurato che, per eludere gli eventuali controlli delle Forze dell’Ordine, lo stupefacente era stato trasportato a Patti mediante una staffetta effettuata con due diverse autovetture e con la partecipazione del S..