Non abbiamo la presunzione di pensare che il nostro agire sia infallibile o il migliore in assoluto ma, certamente l’impegno profuso anche in termini di proposta e di idee rappresentano, già di per sé, un modello diametralmente opposto a quello messo in campo dal sindaco Falcomatà che, a mandato scaduto e dopo cinque anni di trasfigurazione della realtà, dà notizia di non bene definiti “comitati civici di quartiere”. Invenzione questa, scopiazzata dallo Statuto comunale ed adattata a fini puramente elettorali, che probabilmente vorrebbe ingenerare nel cittadino reggino la equivoca e millantata idea che vi siano dei referenti sul territorio investiti di una non ben definita autorevolezza che assumono l’onere di mediare le problematiche dei territori con l’Amministrazione centrale.
Non sfugge ai più come tale idea, forse spiegata male o forse volutamente pensata, rischi di ingenerare in tanti reggini una suggestione secondo cui al posto delle famose circoscrizioni adesso ci si possa rivolgere a nuovi uffici. Và spiegato come il lavoro fatto dalle commissioni comunali e che nel 2009 portò il consiglio all’approvazione del nuovo disegno in sei macroaree che avrebbero dovuto dare il via al progetto sui Municipi, andava ripreso dotando le zone, soprattutto periferiche, di un apparato amministrativo che, pur in assenza di organo politico circoscrizionale, fosse nelle condizioni di fornire servizi reali e necessari. Tutto questo è stato disatteso, abbandonato nei cassetti polverosi di un palazzo San Giorgio sempre più distante dai bisogni collettivi e costantemente impegnato nella pantomima di una inesistente azione politica per la nostra Reggio.
Proprio nella scorsa settimana #AmaReggio ha voluto incontrare decine di ex consiglieri di circoscrizione per ritrovare e rimarcare il valore di quella esperienza che nel passato aveva accompagnato la politica verso i cittadini; si è discusso mossi non dalla nostalgia dei tempi passati, bensì per cercare una elaborazione di proposta da affidare al prossimo consiglio comunale ed al nuovo Sindaco. Senza bandiere di partito e vocazioni prettamente elettorale, abbiamo dunque aperto un momento di elaborazione politica ed amministrativa, finalizzata ad offrire spunti utili per la configurazione di nuove strutture, pensate come piccoli Municipi, secondo una moderna visione di decentramento, con uffici e funzioni operative e delocalizzate a servizio soprattutto delle periferie urbane.
Prendiamo atto di come, quasi in parallelo, il sindaco attuale, pur avendo il compito ed il potere per fare alcune cose (che già avrebbe dovuto fare in cinque anni a Palazzo San Giorgio), si sia invece preoccupato ed impegnato nell’organizzare comitati funzionali elettoralmente, ingenerando nell’immaginario collettivo confusione ed equivocità con attività pro domo sua, non utile per affrontare la grave situazione di degrado sociale, economico e territoriale che da anni ha messo in ginocchio la nostra bella e amata Reggio.