«Le difficoltà legate al conferimento dei rifiuti negli impianti regionali e, sia chiaro, non alla loro raccolta, sono sotto gli occhi di tutti. E’ vero quel che dicono i sindaci della Locride: ognuno deve fare la propria parte. Sindaci della Locride compresi, mi permetto di aggiungere. Noi tutti, Città Metropolitana in testa, non stiamo lesinando sforzi rispetto ad una questione così delicata. Ma questo è il momento dell’unità, della compattezza, degli uni affianco agli altri». Il sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà interviene nel dibattito innescato dai primi cittadini locridei invitandoli «a prendere parte, insieme a noi, alle riunioni a Catanzaro, il luogo deputato a porre in essere rivendicazioni, ad evidenziare disagi e disfunzioni ed a proporre soluzioni». «È il tempo – afferma l’inquilino di Palazzo San Giorgio – in cui l’interesse generale del comprensorio deve assurgere ad obiettivo unico e sovrano, dimostrando capacità di dialogo ed intraprendenza nel ricercare la giusta via d’uscita ai problemi. Dobbiamo essere una pigna. Pur comprendendo lo sconforto dei sindaci della Locride, che è lo sconforto di ogni amministratore d’ognuno dei 97 Comuni della Città Metropolitana, non posso non chiedere loro una partecipazione incisiva e qualitativa alle Conferenze dei sindaci indette dalla MetroCity; non possono non chiedere, a chi ancora non è al passo coi pagamenti, di contribuire al piano di rientro dal debito con la Regione attraverso il versamento della propria quota così come stanno già facendo la maggior parte dei Municipi».
«Ecco – avverte Falcomatà – stiamo per affrontare un passaggio epocale che, molto presto, doterà la Città Metropolitana delle deleghe necessarie a gestire autonomamente l’intero ciclo dei rifiuti con la costituzione della prima società metropolitana d’Italia interamente pubblica. Non possiamo sfilacciarci proprio ora. Non ha davvero alcun senso farlo. Dobbiamo stringere i denti e procedere con convinzione e determinazione. L’invito alla responsabilità è un obbligo. Se sarà il caso, arriverà di certo anche il momento della protesta, ma è adesso che, come una testuggine, dobbiamo avanzare, in un unico grande abbraccio, verso la ricerca di una soluzione che possa finalmente riportare la situazione alla normalità».