L’antica lingua degli Incas rivive in una poesia vincitrice del Premio Nosside di Reggio Calabria dedicato a tutte le lingue e dialetti del mondo con particolare attenzione agli idiomi indigeni e minoritari. Il suo autore è un poeta-musicista che perpetua con i suoi versi di grande intensità la tradizione quechua, una delle più antiche della civiltà pre-colombiana, traducendo poi le sue liriche in spagnolo. Il Premio Nosside di Reggio Calabria ha il merito di mettere in luce l’esigenza di salvaguardare il patrimonio linguistico delle minoranze e, ad oggi, ha dato voce a poeti di 99 Paesi in oltre 135 lingue e dialetti di tutto il mondo.
Due i vincitori ex-aequo quest’anno: il poeta colombiano autodidatta Fredy Chikangana e lo svizzero-italiano Davide Rocco Colacrai. Il governo colombiano ha voluto offrire il biglietto aereo per ritirare il Premio a Reggio Calabria al suo poeta vincitore del Nosside, in riconoscimento del valore poetico espresso attraverso una lingua che racchiude la grande tradizione culturale dei popoli delle Ande.
Il Premio Nosside, ideato 35 anni fa dal prof. Pasquale Amato, apprezzato storico, già docente dell’Università di Messina prima e oggi dell’Università per Stranieri di Reggio, sin dall’inizio si prefigge di valorizzare e segnalare liriche preferibilmente in lingue indigene, delle minoranze. Un riconoscimento molto apprezzato, più all’estero che in Italia, per la verità (si tiene ogni anno a Cuba l’evento di apertura del Premio) che assume ancora di più maggiore significato visto che l’Onu ha proclamato il 2019 come l’anno internazionale delle lingue indigene.
Quest’anno, peraltro, hanno ricevuto una menzione di merito liriche provenienti oltre che dall’Italia, da Cuba, Grecia, Spagna, Uruguay, Malta, Romania, Israele, Nepal, Repubblica Dominicana, Messico, Venezuela, Argentina, Brasile, Mongolia, Pakistan e Filippine. Poesie che sono composte, oltre che nelle principali lingue latine, anche in lingua grika salentina, in catalano di Alghero, in galiziano della Spagna, dialetto reggino di Africo, in mongolo e in Tagalog delle Filippine. Le liriche sono raccolte nell’antologia Nosside 2019 (Edizioni Media&Books).
La scelta di privilegiare le minoranze linguistiche ha reso il Premio Nosside un unicum nel panorama mondiale dei concorsi di poesia: ogni anno arrivano alla segreteria diverse centinaia di liriche, in lingue e dialetti ai più sconosciuti e la sua sede, Reggio, nel centro del Mediterraneo, culla della civiltà magnogreca appartiene a quella Calabria che registra un gran numero di minoranze linguistiche: quella grecanica (nella Bovesia, nel cuore della Magna Grecia), quella occitana (a Guardia Piemontese) e quella arbëreshë nell’enclave albanese in provincia di Cosenza. Tre minoranze linguistiche che la regione Calabria ha preso a cuore e cui dedica la massima attenzione per mantenere vive le tradizioni culturali e di idioma che caratterizzano queste comunità.
Il Premio Nosside, che prende il nome della più grande poetessa della Magna Grecia, si avvale di una creazione artistica originale del maestro orafo di fama internazionale Gerardo Sacco e ha come simbolo un’opera di Umberto Boccioni (il grande pittore futurista nato a Reggio Calabria), che rappresenta idealmente la poetessa.
La scelta della location per la cerimonia di consegna del Premio, venerdì 29 novembre, al Museo Archeologico Nazionale di Reggio, vuole rimarcare il ruolo mondiale della civiltà magnogreca, di cui Reggio e i suoi splendidi Bronzi di Riace sono magnifica testimonianza. Ponte ideale, per tramite della poesia, di un comune sentire, in termini di cultura, conoscenza e libertà, attraverso tutte le lingue del mondo, dal Mediterraneo fino agli oceani. Nel rispetto e nella tutela delle lingue indigene che sono patrimonio dell’umanità.