Anche se in parte è vero, è luogo comune immaginare la gente di Calabria come poco propensa all’associazionismo: pochi consorzi, poche cooperative, molta frammentazione, persino in quello che è il settore primario.
Eppure è dimostrato come la cooperazione sia l’unica via di successo per un’agricoltura moderna, capace di reggere il mercato globale.
Questo è quanto deve aver capito Pietro Tarasi, oggi Presidente del Consorzio di Tutela della Patata della Sila IGP.
E non da ora, visto che già nel 2002, grazie all’opportunità offerta dall’UE con i Progetti Integrati di Filiera, da pioniere qual è immaginava quello che oggi è divenuto il Consorzio Produttori.
La storia della patata della Sila inizia da lontano e non è certo una novità del XXI secolo: è una storia fatta di sacrifici, di abnegazione che ha visto protagonisti zappatori provenienti da tutta la Calabria, pullman stipati che “scaricavano” giovani e anziane raccoglitrici, le quali tornavano a casa con un sacco di patate e qualche lira.
Alla fine del secolo scorso, qualche illuminato possidente silano ha immaginato di mettere insieme tutto questo mondo rurale, con una gestione finalizzata al successo e all’arricchimento personale.
Queste, in estrema sintesi, le tappe principali di una storia che oggi possiamo annoverare tra le buone prassi comunitarie e come un esempio da disseminare.
Dunque, primi anni 2000: tempi duri per l’agricoltura regionale, nella quale l’UE decise, comunque, di scommettere investendo quasi un miliardo di euro con cui partirono oltre 50 filiere, con una dotazione di circa venti milioni di euro l’una.
Non è ancora chiaro se la misura comunitaria abbia funzionato, ma qualcosa alla fine ne è venuto fuori, dal momento che è da lì che parte la storia del successo della Patata della Sila, la quale, da vituperato tubero ipogeo del passato, oggi è diventato addirittura gioiello in un concorso cinematografico, assegnato in premio per la prima volta alla nota attrice Isabella Ferrari.
In quasi venti anni, il Consorzio produttori “PPAS” ne ha fatta di strada: ha ottenuto il riconoscimento di Prodotto di Montagna e la certificazione comunitaria IGP; ha pianificato l’ammodernamento delle aziende coinvolte e accentrato il confezionamento, il marketing, la comunicazione e soprattutto la commercializzazione, affidata al direttore Albino Carli, giovane professionista “autoctono” che ha deciso di mettersi in gioco e a disposizione del territorio.
Oggi, ai produttori non resta che produrre patate di qualità sulla base del disciplinare assistito dai tecnici che il Consorzio stesso mette a disposizione.
Decine di tonnellate di patate della Sila IGP, accuratamente confezionate – complice un’agenzia che cura packaging e comunicazione – raggiungono i principali mercati italiani, tanto da coprire totalmente il territorio nazionale ed essere presenti nei più conosciuti e importanti marchi di distribuzione.
Alla presenza del Presidente PPAS, Fiore Gualtieri, del Presidente del Consorzio di tutela della Patata della Sila IGP, Pietro Tarasi, di Albino Carli, Andrea Vulpitta, responsabile dell’Agenzia che cura la comunicazione, la Zefiro di Cosenza, e delle autorità, è stato presentato il piano di comunicazione, avviato domenica 24 novembre sulle reti televisive RAI, Mediaset e La7 e su Radio RAI.
La campagna è pianificata nell’ambito del progetto di informazione e promozione dei marchi DOP e IGP promosso dal FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale) attraverso il PSR (Programma di Sviluppo Rurale) 2014/2020 della Regione Calabria.
Il progetto, già avviato sulle riviste di rilevanza nazionale di cucina e gastronomia, si sviluppa per un triennio e prevede una pianificazione sui canali social, la partecipazione alle maggiori fiere del settore, in store promotion ed eventi sul territorio.
Testimonial dell’intera campagna è Federico Quaranta, noto conduttore radiotelevisivo, scelto per la sua attitudine ai buoni prodotti della terra.
Il claim che caratterizza la campagna è: “Patata della Sila IGP: buona, protetta, unica”.