Oltrepassare le postazioni di sicurezza sarà sempre meno traumatico perché non si dovranno più tirare fuori dal bagaglio a mano computer portatile, liquidi, macchine fotografiche o quant’altro. Un ritorno al passato, l’obbligo di separare questi oggetti dal resto degli effetti personali venne introdotto dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Le nuove macchine radiogene consentono di effettuare una vera Tac al contenuto del trolley da portare a bordo: il software in pochi secondi mostra eventuali anomalie all’operatore. Operatore che, di questo passo, potrebbe diventare l’unico essere umano incontrato dall’ingresso in aeroporto fino all’imbarco. Novità vi sono anche circa la necessità di presentare i propri documenti personali. Una nuova postazione è, infatti, comparsa da qualche giorno all’aeroporto di Roma Fiumicino, primo aeroporto d’Italia per traffico passeggeri. Entro la fine del mese chi s’imbarcherà sui voli Klm Roma-Amsterdam potrà sperimentare l’imbarco di ultima generazione dove il proprio volto diventa «il» lasciapassare, senza dover più mostrare il documento d’identità e il biglietto. Lo stesso accadrà anche a cavallo tra quest’anno e il prossimo allo scalo di Linate, a Milano, per i frequent flyer e in ogni collegamento, sia esso nazionale, comunitario o extra Schengen (cioè il Regno Unito), sottolineano da Sea, azienda che supervisiona la struttura alle porte del capoluogo lombardo e a Malpensa. Ma come funziona? Al momento del check-in online attraverso lo smartphone o nei chioschetti nei pressi dei banconi – cosa che oggi fa già il 54,5% delle persone nel globo secondo il Passenger It Insights 2019 di Sita – la fotocamera riprende i punti principali del viso e convalida l’identità incrociando i dati del documento di viaggio (il passaporto in particolare) e la prenotazione del volo. Il sistema, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, genera un «token», una chiave digitale temporanea che consente al solo volto – intanto passato anche al vaglio dei database delle polizie locali e internazionali – di superare i diversi varchi fermandosi per circa 20-25 secondi davanti alle fotocamere nei tre punti di «snodo»: il controllo del bagaglio a mano, la postazione di frontiera, il gate che fa accedere al velivolo. Da un punto di vista statistico l’utilizzo della biometria ha un bassissimo margine d’errore, anche se per alcune etnie ha mostrato in giro per il mondo valori anomali che dovranno essere risolti. Non solo: tra febbraio e marzo dovrebbero arrivare i nuovi impianti sofisticati di controllo dei bagagli a mano, che identificano anche piccolissimi quantitativi di esplosivo.
c.s. – Giovanni D’Agata