«Le porte degli impianti di smaltimento dei rifiuti calabresi sono chiuse per i 97 Comuni del territorio metropolitano di Reggio Calabria, e solo per loro, sicché si creano microdiscariche ovunque e l’indifferenziato non viene raccolto da 15 giorni. E questo avviene per responsabilità della Regione». L’ha detto questa mattina il sindaco Giuseppe Falcomatà, intervenendo al convegno sul tema “Economia circolare, ambiente e futuro – Sfide culturali e imprenditoriali per lo sviluppo sostenibile” svoltosi nella Sala convegni di Confindustria Reggio Calabria.
«I tecnici regionali, se non avessero disertato quest’appuntamento, vi avrebbero detto che per riaprire le porte della discarica di Crotone e tornare a farci scaricare occorre che i Comuni del Reggino rientrino dell’80% dal loro debito con la Regione in materia ambientale – ha proseguito il primo cittadino –. In realtà, malgrado tanti tra loro siano in dissesto e in predissesto, tutti gli Enti locali del territorio metropolitano si sono “messi in riga” e sfiorano ormai quella soglia. Ma se anche così non fosse, la salute dei cittadini e l’igiene pubblica non possono essere demandate a una percentuale imposta peraltro non da una norma, ma da dirigenti e funzionari della Regione. Né i gestori degli impianti hanno accettato d’avere rapporti direttamente con l’Ato, il neocostituito Ambito territoriale ottimale per la gestione dei rifiuti: “Abbiamo un rapporto diretto con la Regione e vogliamo continuare così”, ci hanno risposto, visto che la legge regionale sui rifiuti non prevede “filtri” tra gli Enti locali e i soggetti che gestiscono gli impianti. Però gli altri territori provinciali continuano a conferire i propri rifiuti in discarica mentre noi no; e nessuno sa perché».
Vista la gravità della situazione, il nodo ravvisato da Falcomatà sta allora nella circostanza che «l’interlocuzione politica con l’Ente regionale è completamente saltata. Proprio per questo, i colleghi sindaci del territorio metropolitano hanno fisicamente sbarrato l’accesso di tutti i camion delle altre quattro province calabresi al termovalorizzatore di Gioia Tauro – ha annunciato il primo cittadino reggino – Sì, perché a proposito d’economia circolare, oggi sotto il profilo ambientale grazie a siti come Gioia, ma anche Siderno e Sambatello, proprio il territorio metropolitano reggino potrebbe essere oggi quello più autonomo dell’intera Calabria, invece di fatto è quello più intollerabilmente penalizzato. Chiediamo adesso che venga istituito immediatamente un tavolo regionale di concertazione permanente e che della questione venga investito direttamente il Ministero per l’Ambiente con la massima urgenza».