Sudafrica. Popoli Khoi e San vincono la battaglia sul tè rooibos

Alle comunità del Capo Occidentale andrà l’1,5% dei profitti

(DIRE) le comunità  Khoi e San della provincia sudafricana del Capo occidentale dovrebbero iniziare a beneficiare di una parte dei proventi della commercializzazione del te’ rooibos, di cui sono, ora ufficialmente, i conoscitori piu’ antichi.
Questo mese, infatti, un accordo con il governo ha sancito che andra’ alle due comunita’ l’1,5% dei profitti del rooibos, con il quale si fanno te’, medicine, cibo e cosmetici.
Si stima che l’intesa possa fruttare alla comunita’ locale circa 813mila dollari (725mila euro) ogni anno.
“La nostra conoscenza tradizionale, che risale ai nostri antenati, e’ stata finalmente riconosciuta” ha commentato per la televisione ‘Enca’ Joram Useb, rappresentante della comunita’ San: “Speriamo che i benefici che otterremo in termini economici potranno aiutarci a costruire scuole, cliniche e tutte le infrastrutture di cui abbiamo bisogno”. Il rooibos “e’ un te’ che fa bene al corpo, e’ disintossicante, ti fa sentire bene” ha spiegato ancora Useb: ed e’ questo il motivo per cui la nostra gente ha vissuto per secoli senza molte malattie, grazie alle nostre risorse naturali”.
L’accordo, siglato alcuni giorni fa, arriva dopo dieci anni in cui le comunita’ si sono battute per il riconoscimento del loro contributo alla commercializzazione della pianta. L’area abitata dai Khoi e dai San e’ l’unica dove il rooibos cresce spontaneamente. Il Sudafrica, si riferisce in un articolo pubblicato dal marchio Teatulia che commercializza te’ naturali, e’ l’unico Paese che produce rooibos. Circa 450 coltivatori ne producono fino a 15mila tonnellate all’anno, quasi meta’ delle quali vengono esportate in una trentina di Paesi. Tra i primi importatori figurano Germania, Olanda, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti.
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