Se qualcuno pensa che le polemiche continue, con conseguenti guerre tra poveri, vedi il caso dei precari, le indecisioni croniche e i giri a vuoto delle istituzioni commissariali, possano lenire i mali della sanità calabrese, allora non ha ben compreso la portata del disastro cui la Calabria sta andando incontro.
L’impressione, che si riceve, e che inquieta non poco, è che soprattutto il governo nazionale non abbia ancora capito la gravità della situazione.
Verrebbe da chiosare che nel mentre i ‘medici’ studiano il malato muore, ma qui siamo ad un livello ancora piu’ grave, se vogliamo anche grottesco.
Davanti ad un quadro, quale quello reso noto recentemente dalla Corte dei Conti, che ci restituisce la carenza di personale e il penultimo posto della Calabria nella griglia dei LEA, il mostruoso ritardo nei pagamenti nei trasferimenti di risorse indispensabili al funzionamento del sistema, non si registra nessuna volontà di affrontare con la giusta determinazione il problema.
A ciò si aggiunga che nel triennio 2019-2021 saranno all’incirca 38.000 le professionalità del mondo sanitario che andranno in pensione, diverse migliaia delle quali nella sola Calabria.
Sullo sfondo gli effetti o meglio, i non effetti, del famigerato decreto-Calabria che hanno peggiorato, se vogliamo le cose.
Alla luce di ciò, si deve al piu’ presto aprire a livello parlamentare una sessione di confronto seria sui rimedi da approntare nell’immediato.
Limitarsi a parlare dei mali vecchi e nuovi di un comparto vitale non giova a nessuno, soprattutto alla salute dei cittadini.
Una comunità regionale non può essere lasciata sola in un momento così cruciale, pena la possibilità che il progressivo fiorire di disagi e carenze si ripercuota sull’ordine pubblico.
Sull’emergenza sanitaria non ci si può piu’ dividere, ma soprattutto non si può piu’ fare filosofia.
Occorre tamponare l’emergenza studiando soluzioni immediate quali potrebbero essere il ricorso al principio delle graduatorie a scorrimento per guadagnare tempo prezioso in vista dello sblocco del turn over e dell’indizione di procedure concorsuali valide.
A tal riguardo, nei prossimi giorni interrogherò i ministri della Salute e dell’Interno.
Il progressivo decadimento della qualità, e della quantità dei servizi sanitari, deve infatti preoccuparci anche sotto il profilo dell’ordine pubblico.