Nella ricorrenza del Giorno dei defunti, il sindaco Giuseppe Falcomatà ha preso parte, nel cimitero centrale di Condera, alla messa celebrata dal vescovo dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini. Alla presenza delle massime autorità civili e militari, il primo cittadino ha voluto ringraziare quanti “hanno contributo per offrire decoro e pulizia ai luoghi sacri dove riposano i nostri cari” “Anche in questa giornata così importante – ha detto il sindaco Falcomatà – ci siamo spesi al massimo per consentire, a tantissimi reggini, di far visita ai propri defunti potendo muoversi in spazi puliti, decorsi, capaci di preservare e custodire nella dignità quanti non sono più della vita terrena. Persino i cimiteri, infatti e purtroppo, non sfuggono all’incivilità dei vili che non si fanno scrupolo alcuno nell’abbandonare rifiuti in quelli che sono luoghi sacri e della memoria più d’ogni altro posto in città. Pure oggi, dunque, si rinnova una battaglia di civiltà, una sfida culturale contro chi non nutre rispetto né riguardo nemmeno per i morti. Vanno per questo ringraziati gli operai di Calabria Verde, di Avr, di Castore, i nostri Lsu ed il consigliere comunale Rocco Albanese che non hanno lesinato sforzi per sopperire alle difficoltà legate all’igiene urbana consegnando decoro, rispetto, dignità e pulizia negli oltre 20 camposanti del territorio”.
Concetto ripreso dal vescovo monsignor Morosini che, nel corso della sua omelia, ha lanciato un grido contro chi getta spazzatura per le strade: “Quella è morte. E’ un oltraggio contro la natura, è un dispetto alla vita perché ai vivi dobbiamo lasciare luoghi incontaminati e la bellezza dei mari e dei monti così come li abbiamo potuti vivere noi”.
“Che senso ha – sono le parole dell’alto prelato – lasciare spazzatura qua e là? Siamo noi stessi la soluzione al problema. Se non lo capiamo andiamo sì incontro alla morte”. A seguire, il sindaco Giuseppe Falcomatà ha deposto tre corone d’alloro rispettivamente in onore dei Caduti di tutte le guerre, delle vittime del terremoto del 1908 che distrusse Reggio Calabria e Messina e a suffragio dei Vigili urbani. Successivamente, l’inquilino di Palazzo San Giorgio e le autorità si sono spostati al cimitero di Archi per la deposizione di un’altra corona d’alloro, in questo caso al Monumento al Milite ignoto.