Alla Vela che vince serve una Autorità Portuale

Se Reggio resta la terra delle opere martoriate e abbandonate, per una perenne fiction d’incapacità amministrativa, ci pensa il mare a dare un presente e soprattutto un futuro. Il mare, in quest’anno, il 2019, ha sommato uno dietro l’altro i migliori eventi velici del bel paese con la città che sta vivendo una nuova gioventù per quanto riguarda l’offerta di manifestazioni per regatanti e appassionati di vela di ogni genere e assurgendo così al ruolo di cuore nevralgico della vela tricolore. La città ha potuto nel 2019 conoscere e apprezzare una serie di appuntamenti, di stampo nazionale e internazionale, che hanno portato nell’area dello Stretto tantissimi campioni e un numero incalcolabile di turisti e appassionati che hanno potuto godere delle bellezze paesaggistiche e dei venti miti e costanti delle rade reggine, da Pellaro a Rada Giunchi. Alla risposta positiva degli operatori della ristorazione, della accoglienza alberghiera e dei B&B, rimane un forte handicap, che è sempre lo stesso, il problema dei trasporti, dei collegamenti e dell’utilizzo del sistema Porto. Su quest’ultimo argomento è mancato un coinvolgimento, una programmazione per riconvertire il porto in un approdo destinato al turismo nautico e sportivo, oltre che al terminal del turismo croceristico e stazione marittima per navi di linea. In questa trasformazione la Federazione Italiana Vela è uno strumento di promozione immediato ed efficace e un interlocutore del Comune che sino ad oggi non ha creato un momento di incontro e confronto.

Ripetiamo da tempo che il Porto di Reggio è, in negativo, l’unico Porto Italiano e calabrese a vivere una gestione nebulosa senza una gestione manageriale che nel nostro Paese, ovunque, si chiama Autorità Portuale. Non può il Comune non intervenire con forza e autorevolezza, lasciando agli altri il dovere della protesta, su una richiesta chiarificatrice sulla gestione di una infrastruttura che è un investimento per il futuro. La proposta indecente, di trasformare Il Porto in un terminal per il traghettamento di automezzi, è solo la conseguenza di una mancanza di una attiva programmazione su un’occasione di sviluppo inserito nel cuore della città. Anche perché, la Calabria ha solo il 5,6% dei posti barca disponibili su scala nazionale e la città di Catanzaro, che non si può definire città di mare, ha presentato il progetto definitivo per utilizzare 20 milioni di euro per il completamento del porto turistico. Non stiamo qui a mettere in evidenza che il progetto presentato prevede cantieristica, mezzi di locomozione ecosostenibili, costruzione di un Circolo Nautico, attracco di mezzi di mini-crociera, società di charter e di diving. Il completamento dell’opera, presentata dal Comune di Catanzaro, prevede 401 posti barca di natanti di dimensioni variabili da 6 a 24 metri. Mentre, periodicamente, si discute del futuro legato ad una bleu-economia a Reggio, oggi, infuria la polemica che servirebbe soltanto a respingere l’offensiva di declassare il porto a mero transito di autotreni. E non crediamo che dietro a quest’ultima offensiva non vi siano stati rilasciati pareri positivi, dati in assenza della prevista autorità portuale. Solo se il Comune intraprenderà una perentoria richiesta della prevista e impreca stonabile istituzione della Autorità Portuale, crederemo in una azione concreta, in un cambio di rotta, che a tutt’oggi manca. Le lacrime, la disperazione, le barricate rimangono a noi che amiamo Reggio. Agli amministratori comunali spettano azioni e fatti concreti.

Avv. Fabio Colella

Consigliere Federale Federazione Italiana Vela

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